E' un sacrilegio che qui su DeBaser nessuno abbia ancora recensito uno dei grandi classici del Metal, un capolavoro assoluto senza se e senza ma. Uno di quei dischi che è impensabile non avere per un qualunque appassionato di questo genere.

Siamo nel 1984 e due anni prima i Judas sfornarono il favoloso Screaming For Vengeance in cui approdarono all'Heavy Metal dopo aver dato un fondamentale contributo all'Hard Rock coi precedenti album (ma le prime avvisaglie arrivarono già con British Steel del 1980).
Con Defenders Of The Faith il gruppo britannico partorisce il capolavoro, un concentrato di potenza allo stato puro che lasciò all'epoca interdetto anche il più forsennato headbanger. I Judas non avevano mai toccato finora tali livelli di deflagrazione fonica, ma l'esperimento risulta azzeccato in pieno tanto che molti brani contenuti in questo lavoro diventeranno dei classici sia per quanto riguarda il gruppo in questione che per l'Heavy Metal in generale.

La cavalcata inizia con 5 brani da stordimento, uno dei migliori lato A (sto parlando di vinile) che abbia mai ascoltato in vita mia :
Freewheel Burning ti arriva in faccia come una mazzata, le chitarre di Downing e Tipton macinano riffs e assoli come se fossero possedute dal demonio, la voce di Bob Halford è parte integrante del Tutto, senza la quale i brani perderebbero significato.
Jawbreaker è la punizione per aver resistito al primo brano, se non sei crollato prima è ora il momento in cui andrai al tappeto...un riff micidiale che stenderà chiunque.
Rock Hard Ride Free è un brano da stadio, uno di quelli che è impossibile non cantare ai Live, ma è con The Sentinel che i Judas Priest tirano fuori dal cilindro quella che è, secondo chi scrive, la loro miglior canzone di sempre...introdotta da un assolo che ti fa sprofondare negli abissi, la track prosegue con un ritmo incalzante in cui, grazie anche alla stupenda prestazione di Halford, il gruppo offre una prova a dir poco sublime, ascoltatela e capirete il Metal.
Love Bites chiude degnamente un esaltante lato A.
Il lato B si apre con Eat Me Alive, altro classico della band e prosegue con Some Heads Are Gonna Roll e la lenta Night Comes Down in una incredibile sequela di brani senza la minima sbavatura.
Vanno a braccetto gli ultimi due brani (altri inni da stadio) Heavy Duty e Defenders Of The Faith, assolutamente collegati l'uno all'altro.

Anche se il lavoro perde qualche colpo nella seconda parte (fisiologicamente, visto l'esagerato lato A) è assolutamente appropriato giudicare Defenders Of The Faith un masterpiece : tutto ciò che un appassionato del genere Metal ricerca lo può trovare in questo album, dagli assoli perfetti ai riff devastanti, dalla velocità alla potenza, il tutto amalgamato dalla voce di Halford che tocca vette inarrivabili. Un disco che ha fatto scuola.

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