Un bagno di sangue, l'acciaio di "Jugulator" temprato nei liquami tossici di una decadente civiltà industriale, così si può riassumere il carattere di "Demolition", l'album più ombroso e controverso di tutta la carriera dei Preti di Giuda: un disco dall'anima fortemente inquieta e più introspettiva del predecessore, settanta minuti di autentico orgasmo sonoro che possono inquietare o fomentare, che creano sensazioni forti a chiunque lo ascolti.
L'opera si apre don la meravigliosamente cafona e strafottente "Machine Man", scandita dai ritmi martellanti di Scott Travis, che apre la strada a bordate heavy-industrial come "One On One", vera e propria dichiarazione d'intenti e la più melodica ma ugualmente esemplificativa "Hell Is Home", seguita dalla più concisa e tagliente dell'album, ovvero "Jekyll And Hyde"
Lo spirito di questo album è rappresentato al meglio nelle atmosfere cupe e malate di canzoni come "Bloodsuckers" , "Feed On Me" e l'industrial-doom di "Cyberface", ma qui sono presenti anche delle ballate, del tutto assenti in "Jugulator"; si tratta di ballate cupe, intense e pessimiste come "Close To You", di raro coinvolgimento emozionale e la travagliata "In Between", senza dimenticare la più solare "Lost And Found", che magari non centrerà una mazza con il resto del disco ma che rimane un gran bel pezzo, che si lascia ascoltare più che volentieri.
La prestazione del cantante Ripper Owens è davvero mozzafiato: all'estensione vocale incredibile e al carisma sconfinato, caratteristiche già ampiamente messe in mostra con "Jugulator" qui si aggiunge anche la versatilità che lo porta a fare alla grande il verso a Marilyn Manson in "Devil Digger" e "Subterfuge" e a Layne Staley nelle già sopraccitate "Close To You" e "In Between"
Un capitolo a parte merita sicuramente "Metal Messiah", lo stupendo inno che chiude questo album, autentico manifesto metallaro, nel senso più totale e completo del termine, che crea una specie di estasi mistica che conclude nel modo migliore il matrimonio, breve ma intenso e fruttuosissimo tra i Judas Priest e Ripper Owens, che di lì a poco continuerà la sua carriera con i magnifici Iced Earth., lasciando di fatto ai JP questo capolavoro che rappresenta di fatto il loro ultimo grande album.
HE'S THE MAN
ARMAGEDDON
WALKING THROUGH FIRE
METAL MESSIAH
HE'S THE ONE
THE FATHER THE SON
CREATOR DESTROYER
METAL MESSIAH
THY KINGDOM COME
THEY WILL BE DONE
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