Ieri, uno dei giorni più belli della mia vita.

accompagno un mio amico in un negozio di CD e entrando noto subito sullo scaffale "Rust in Peace" con Vic Rattlehead che mi fissa e vuole che spenda i miei soldi per soddisfare la sua cattiveria, ma mentre mi avvicino per vedere meglio quell'album targato "Megadeth",
mi volto e lo vedo.
Vedo il disco più Heavy Metal di sempre, vedo "Painkiller" e l'amore per quell'intro di batteria della title-track mi pervade e mi spinge a portarmelo a casa dopo tanto tempo che desideravo i Priest degli splendidi '90.

corro a casa e lo avvio.
La title-track parte furiosa e allucinata, con un ottimo lavoro di batteria e chitarre, Rob narra le gesta di "Painkiller" (personaggio ritratto nella copertina) e ne descrive l'aspetto "lucido e cromato", finita la tempesta di metallo parte la ben più ragionata e meno istintiva"Hell Patrol" dall'incedere epico e marziale in cui il falsetto di Halford fa accaponare la pelle e le chitarre scandiscono il tempo assieme alla batteria in quest'occasione un po' più sottotono, ma ben presente allo stesso tempo,
"All Guns Blazing" è un brano energico forse più hard'n'heavy che heavy metal, non uno dei brani migliori a mio parere trascurabile.
Ecco che arriva sulla sua Harley sgommando il ribelle di cuio, "Leather Rebel" è uno di quei pezzi da ascoltare con il volume dello stereo al massimo sciogliendosi i capelli lunghi sapientemente legati e cominciando a fare headbanging in tutte le stanze, bei riff, bella ritmica, con un chorus da cantare a squarciagola.
Le chitarre sono impazzite ed i tapping fanno da padrone, è l'ora di uno dei pezzi più belli del disco e del metal tutto "Metal Meltdown" è presuntuosa, senza vergogna e trita i timpani dall'inizio alla fine, qui i chorus sono presuntuosi e i riff ben si amalgamano all'atmosfera generale.
Geniale introduzione per il pezzo successivo,
"Night Crawler" é un capolavoro senza mezzi termini dalle melodie alle atmosfere stavolta più teatrali e interpretata da una voce di un Rob Halford calmo, che al minuto 2:36 si innervosisce e recita le parole con un falsetto sentito e molto emozionante.
È diventato forse il mio pezzo preferito del disco, "Between the Hammer & the Anvil" ruggisce con un bel climax ascendente e un groove nel ritornello che ti porta a paralisi temporanea dei timpani causata dall'immensa bellezza di tanto gusto compositivo,
la successiva "A Touch of Evil" si regge su una buona melodia pre-chorus, il resto del pezzo lo trovo noioso e poco ispirato, colpa forse del riff principale che trovo poco convincente, i gusti non si discutono.
"Battle of Hymn" è l'unica strumentale del disco, 0:56 secondi di durata in cui i più speranzosi potrebbero sperare di sentire un grindcore spacca ossa e invece si troveranno davanti un brano tranquillo interpretato da chitarre incisive con alla base una tastiera a reggere il pezzo, tutto questo suona particolarmente bene quando la fine della canzone si aggancia con la successiva "One Shot at Glory" dotata di un riff principale suonato con la tecnica del finger picking, un bellissimo pezzo, se non fosse per il ritornello che trovo insoportabile e poco articolato, ma il resto del pezzo è pura goduria!

Nel CD che ho comprato sono presenti anche due bonus track, la struggente "Living Bad
Dreams" bellissimo pezzo, una pseudo-ballata oscura e espressiva e una versione live della mitica gia citata "Leather Rebel"

disco mitico e intramontabile

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