Judee Sill "Heart Food"

 

 

 

Ancora me lo ricordo quel giorno che entrato in un megastore di musica mi ritrovai a vagabondare senza meta tra gli scaffali e nel momento di uscire non sapendo cosa ben comprare, dirigendomi verso l'uscita gettai casualmente l'occhio su uno scaffale posto di fronte a me in modo da non riflettere la luce proveniente dalla megaentrata...

Era uno scaffale pieno di cd e vinili di un'artista a me sconosciuta, file e colonne di copertine uguali, mi accorsi che potevano essere massimo tre album riprodotti in serie con delle copertine molto accattivanti per i miei gusti, mi avvicinai all'inizio un po' tentennante visto il prezzo subito adocchiato (beh di questi tempi... era il 2005), ma poi incuriosito dall'art work mi decisi a prenderne uno e capire di quale artista si trattasse. Già avevo intuito che fosse un'artista donna (e questo per me era un invito a nozze visto che la mia discografia è composta il 90% da cantautrici), poi osservai con maggior attenzione i dettagli delle copertine e pensai: "Molto anni ‘60/'70, proprio il periodo di cui sto approfondendo la conoscenza", girai con delicatezza l'album e vidi che era un disco rimasterizzato da un album uscito nel 1973... anche l'altro 1971 e poi un altro scritto 2003 (poi una volta comprato molto tempo dopo seppi che erano registrazioni demo datate 1974 che dovevano fare da premessa per il terzo album...ma poi invece accadde che...); lo rimisi a posto e presi in mano il corrispettivo in vinile, proprio affascinante, ma chi è lei? È possibile che con tutte le ricerche svolte all'epoca non ne abbia mai sentito parlare? Riposai il vinile, no non comprai alcun cd e me ne andai con un unico scopo per quella giornata, andare su internet a vedere chi fosse Judee Sill.

Me ne dimenticai... l'oblio è una cosa strana, ti cancella la memoria, ma ti lascia uno spiraglio di luce...

E io lo ritrovai quando qualche giorno dopo aggirandomi tra alcuni negozietti di musica, vidi all'interno di una vetrinetta, messo lì senza lode senza infamia, uno dei cd di questa artista, ah si Judee Sill, proprio lei, e a un prezzo abbordabile, chiesi subito al commesso se mi poteva aprire la vetrina, lo presi, pagai e me ne ritornai a casa molto istintivamente. Lo comprai senza neppure averne ascoltato una canzone, non sapendo niente, nemmeno di che genere di musica si trattasse; un'idea me la ero già fatta... dalla copertina e dall'art work di tutti e tre gli album mi ero immaginato uno stile tipo psicadelico, exotic, anche spiritual (da un crocifisso appeso al suo collo) o semplicemente rock, le foto in copertina mi davano l'idea di una voce roca e graffiante.

Prima ancora di ascoltare il cd, accesi il computer e mi misi a cercare qualche informazione utile sull'artista, troppo curioso... qualcosa trovai, non tanto... ma scoprii forse qualcosa che non volevo sapere, era morta! Qualcosa doveva pur accadere per interrompere la sua carriera nel '73 visto che all'epoca non aveva ancora compiuto 30 anni. Ma mi sbagliai e non fu la prima volta, qualcosa di più terribile era accaduto... scomparse completamente e non solo dalle scene, l'ultima volta che molti amici o parenti la videro fu proprio nel 1974... molti per un paio di anni la credettero morta, anche gli amici più stretti, una voce che circolava, ma poi si seppe che la sua anima lasciò definitivamente quel corpo maledetto e pieno di eroina nel 1979. La droga eh sì, ma non solo, non mancò il carcere e, come la leggenda narra, anche la prostituzione. Ragazza ribelle, non tanto, forse priva di certezze... orfana di padre sin da bambina, e anche di fratello morto subito dopo, mai andata d'accordo con madre (morta qualche dopo pochi anni) e patrigno alcolizzato, si dedicò sin da subito alla vita vagabonda, praticando la sua passione,la musica un po' in giro per tutti gli USA. Ma per tutti come credo deve arrivare un momento di riscatto... e l'incontro con David Geffen, sì proprio lui, le fu fatale in modo positivo.

Quest'ultimo affascinato dal suo talento di scrittrice/compositrice/cantante la volle subito mettere sotto contratto ed ecco là che il suo omonimo album di debutto divenne il primo in assoluto ad uscire per la nuova etichetta "Asylum". Sarà molto amata da Graham Nash che prenderà una sua canzone e la trasformerà in un piccolo hit. Ci potrà essere forse ancora tempo per scrivere una recensione su questo album, però ora mi vorrei soffermare sul suo secondo bambino, partorito nel '73 e battezzato "Heart Food" di cui è autrice (liriche), compositrice (musiche e arrangiamenti) e produttrice.

Dopo tutte queste notizie non fu facile prendere il lettore cd e inserire il disco... mi aspettavo un rock forse ancora più narcolettico, forse le prime avvisaglie di un grunge fetale... una voce ancora più greve e roca... e invece... ancora una volta le persone che si sono avvicinate a lei si devono ricredere.

Apro per prima cosa il cd, guardo il booklet, bellissimo pieno zeppo di pagine come piace a me... foto, lei in primo pano, bruttina, sembra più che altro un intellettualoide, non riesco a immaginare eroina che scorre nelle sue vene, Judee che canta con la chitarra e accanto un piccolo cane, Judee che conduce un'orchestra (beh intellettuale da musica classica forse sì), Judee che sorride... ci sono i testi (figo!), e poi alcune pagine dedicate alla sua vita e a questo album (paragonato a "Blue" di Joni Mitchell, "New York Tendaberry" di Laura Nyro e "Tapestry" di Carole King, tutti più o meno di quel periodo), le leggo e mi imbatto nelle stesse informazioni e false notizie... ma anche qualcosa in più...

Basta, premo play e via... un viaggio nell'ignoto di una tossicodipendente? Un trip psicadelico? E invece no... mi sorprendo ancora una volta.

Parte la prima traccia "There's A Rugged Road" (che Shaw Colvin rifarà nel suo album di covers del '94, ed è l'unico suo cd che mi manca... segno del destino forse), chitarra acustica, dolce melodia "There's a rugged road on the prairie/ stretchin' all across the last frontier...", che voce angelica, subito noto la sua liquidità, fluidità, timbro originale, l'assenza sorprendente di alcun tipo di vibrato neppure a fine parola (c'è chi dice che cantava come parlava) e poi la forza prorompente delle canzone nel suo complesso mi colpisce in pieno e mi stende... ma con la seconda traccia "The Kiss" (ripresa da Bonnie Prince Billy come lato B di un suo singolo - e anche questo mi manca) non credo che mi rialzerò più, una delle più belle canzoni mai ascoltate, poesia pura, tasti di un piano che non credo esistano nella realtà, voce che si eleva e si mescola con gli arrangiamenti e orchestra come due amanti legati, attorcigliati l'uno all'altro ("...Sweet communion of a kiss...") verso il cielo... è proprio questa la sensazione/emozione che si prova ad avere il bacio più bello in assoluto... segue "The Pearl", la perla è la droga, no non credete che sia una canzone deprimente, anzi è molto allegra, forse un tentativo di esorcizzare questo mostro ora che poteva farlo mentre cercava di non farsi attrarre di nuovo dalla sua preziosità; "Down Where the Valleys Are Low" prende una virata soul/gospel con relativo coro, struttura della canzone abbastanza complicata, ; "The Vigilante", "Soldier Of The Heart" (forse la più vicina la rock), "The Phoenix" e la voglia di rigenerarsi, morire, purificarsi e rinascere, la malinconia di "When The Bridegroom Comes", tutte canzoni che narrano di figure maschili a cui Judee si vorrebbe aggrappare per non riscendere nel baratro, e alla fine arrivo all'ultima "The Donor", no no la devo riascoltare quest'ultima traccia, parte in stile musica classica, barocco spirituale di altri tempi, inizia un coro composto dalla stessa voce di Judee che si alterna, poi si sussegue, poi si sovrappone come fosse mille elegie a intonare "Kyrie Eleison" ("Signore abbi pietà"), inizia la prima strofa, potente forse la canzone più forte, ti sferza e stravolge, riparte il coro di liturgie netto, secco e prepotente questa volta... non so che altro dire, non riesco a descriverlo a parole.

Dio perché non l'hai salvata, cosa ti costava trasformarti in soldato, vigilante, in un semplice straniero che viaggia per strade accidentate e regalarle almeno questo dono, lei che non ha mai ricevuto molto dalla vita e che ha sempre continuato a supplicare qualcuno di venire a prenderla e salvarla, ha sempre aspettato invano il suo messia...

Un concerto di luce e oscurità, bene e male, amore e tristezza, paura e speranza, spiritualità e forze demoniache nascoste ma già intraviste.

Ancora me la immagino sola in una sudicia cameretta mentre esalando l'ultimo respiro di vita pensa a tutte queste figure maschili mai comparse e a una sola figura femminile: la morte che non ha aspettato molto ad apparire.

Ringrazio di cuore la Rhino per aver riproposto in modo magistrale quest'opera.

Judee Sill 1944 - 1979 che la tua musica sia per noi la rinascita della tua immensa fenice.

 

P.S. Lo so non ho mai avuto il dono della sintesi o della concisione...

Judee Sill (1971)

Heart Food (1973)

Dreams Come True (2003)

Asylum Recordings (2006)

Live in London (2007)

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