Aviary di Julia Holter è uno dei migliori dischi degli ultimi 20 anni e un capolavoro della musica tutta. Si tratta di uno di quegli album che vanno oltre la concezione di genere (e ce ne sono pochi) e che tendono a una musica "totale" inglobando in qualche modo tutta la storia; la Holter crea una personale amalgama organica che risulta artisticamente sopraffina. La derivazione più che di stili e di idee è di concetto: il concetto di musica "totale", sdoganato nel rock da Frank Zappa e perpetrato da compositori illustri quali Robert Wyatt (presentissimo qui), Faust, e anche precedentemente nel jazz da Charles Mingus, Carla Bley e altri. Se fossi costretto ad appioppargli un genere, me la risolverei con un forzato dream-rock-barocco, ma dentro c'è psichedelia, noise, ambient, è un tripudio di colori.

Come detto la sensazione che traspare è la totale organicità della musica, che sembra cosa viva. La struttura dei brani, difficilmente decifrabile, è non solo sfocata ma talvolta completamente decostruita, cosa che immerge e amalgama la melodia (spesso fatta letteralmente a pezzi) in un fremere pullulante e vitale di suoni talvolta armoniosi, talvolta stridenti e aspri: melodia, rumore, arrangiamento, struttura, tutto ciò si mischia diventando un unicum che procede per fluttuazioni emotive. Ma la miriade di strumenti che sbucano da tutte le parti è “organizzata”, nel suo disordine, con perfetta eleganza. Il pensiero che ricorre all'ascolto è che sembra di non stare ascoltando musica ma di star percependo la bellezza e la complessità intrinseche della vita e della natura. Il tutto è ovviamente condito dalla voce eterea (mai invasiva) della Holter.

Non so che vi dire di più di quest’opera, posso dire che la nostra aveva già mostrato talento (se non genio) nel suo Tragedy (2011) e grazia in Ekstasis (2012), ma secondo me qui raggiunge la massima coesione e riesce a dire perfettamente ciò che vuole. Parlare brano per brano di quest'album mi sembra evitabile dato che c'è sostanzialmente un unico "concetto" musicale (come in ogni capolavoro che si rispetti), che ho cercato di esprimere con parole, a pervadere il tutto che è la vera anima del disco dal primo all'ultimo brano. Per il resto, ascoltatelo.

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