Il 27 agosto 2001 uscì "Is This It" disco d'esordio degli Strokes. Dopo il terzo album, la band si prese una lunga pausa che dura tutt'ora, così il leader del gruppo decise, esattamente 8 anni e qualche mese dopo quel folgorante esordio, di far uscire un disco solista intitolato "Phrazes For The Young". Il disco è composto da otto brani in cui si possono ritrovare tutti i pregi e i limiti del songwriting del "giovane" Casablancas. Chiunque abbia amato gli Strokes si troverà decisamente spiazzato ascoltando questo lp, infatti questo lavoro va oltre i recinti del garage rock a cui i 5 Newyorkesi ci avevano abituato. In questo disco Julian Casablancas ha dato spazio ad ogni idea bizzara che aveva in mente, giocando con strumenti e generi musicali ha dato vita ad un lavoro estremamente vario, sopratutto se paragonato all'omogenità dei dischi registrati con la band.
Casablancas, sicuramente cosciente di ciò, fa iniziare il cd con "Out Of Blue" il pezzo che sicuramente più si avvicina al sound della sua vecchia band. Già in questro brano sono riscontrabili le caratteristiche del suo tipo di scrittura, la grande inventiva melodica, la bravura a trovare ritornelli killer (anche se a volte un po' ruffiani) e la cura negli arrangiamenti, ma allo stesso tempo è anche ben visibile il limite di una scrittura standarizzata fatta di strofa, ritornello con il più delle volte l'aggiunta di un middle eight un po' freak. Ma la bravura di Julian sta nel distrarre l'acoltatore da questo limite attraverso arrangiamenti molto elaborati e vari, e grazie ad una costruzione delle canzoni, benchè poco varia, fatta apposta per esaltarne i punti di forza. Come detto in "Phrazes for The Young" la cura per gli arrangiamenti raggiunge livelli maniacali, le canzoni sono costruite su vari strati sonori e il più delle volte il risultato è ottimo. Si spazzia dalle tastiere anni 80 di "11th Dimension" , ai flauti campionati di "Glass" con tanto di assolo barocco, fino ad arrivare addirittura all'introduzione di una tromba in "Tourist". Ma questa eterogeneità non si nota solo negli arrangiamenti, ma anche nella molteplicità di stili musicali con cui si cimenta, c'è il blues in 12 battute di "4 Chords of Apocalypse" con tanto di tastiere psichedeliche del ritornello, il folk della tradizione bianca americana di "Ludlow St.", con le sue atmosfere steampunk dettate dalla lunga intro eseguita con i sintetizzatori, fino ad arrivare alle bordate electro-rock di "River of Breaklights".
Come detto sopra, il limite di questo cd è la prevedibilità della struttura dei brani, ma probabilmente conscio di ciò Casablancas invece di cimentersi su territori a lui non idonei si gioca tutto su quello che sa fare megio, cioè scrivere ritornelli che rimangono impressi dal primo ascolto. A riprova di ciò in quasi tutte le strofe che precedono i refrain, Julian ci piazza sempre un numero di batutte dispare, 9 se non 10, proprio per esaltare la potenza delle sue melodie e per creare una sorta di sospensione che si risolve nel ritornello. Per concludere "Phrazes For The Young" è un album valido, che nasconde al suo interno molti elementi complessi ed interessanti ma che allo stesso tempo riesce a risultare immediato, il che a conti fatti è un ottimo risultato.
Carico i commenti... con calma