Ormai il natale non più la ricorrenza dove si festeggia la nascita di Gesù ma è diventato il periodo dell'anno dove è obbligatorio scambiarsi dei regali tra la felicità di tutti, soprattutto di quella dei negozianti. Personalmente cerco (non per micragnoseria, sia ben chiaro) di sfangarla in questa frenesia consumistica, spostando la questione regali quando ho veramente piacere di farli.

Pur tuttavia ci sono delle situazioni limite, come quella di amici/che emigrate nelle brume del Nord che a Natale tornano in famiglia a mangiare il rococò e gli struffoli. Queste persone, se è rimasto un buon rapporto, non tornano mai a salutarti con le mani vuote. E' il caso di Monica che adesso lavora nell'ufficio legale di una grossa banca e quando torna a Natale mi regala, sapendo la mia passione, sempre un nuovo CD... che regolarmente rimane a prendere polvere sullo scaffale di casa.  Non che siano brutti, per carità, ma è difficile, se non c'è una frequenza assidua, beccare i gusti musicali di una persona che sono sempre in costante evo o, per dirla come i cinque pazzi di Akron, devoluzione. Ad esempio qualche anno fa è toccato al disco in combutta tra il grande JJ Cale e quell'ormai loffio di Clapton, al quale cui avrò dedicato sì e no un paio di ascolti prima di convenire che era meglio investire i soldi spesi per una pizza e birra. 

Insomma quest'anno si è presentata con il classico involucro in carta da regalo che lo vedi da un miglio che si tratta di un cd. In realtà anche dal mio pacchetto si deduceva che fosse un libro, e lei è stata la prima a scartare inarcando la bocca a culo di gallina per il classico oooh di meraviglia nello scoprire che era del grande Gianfranco Marziano, il cui dogma "perché farsi 1000 km quando puoi fallire comodamente a casa tua?"  l'ha lasciata un po' perplessa.

E il mio? Scarto e sulla copertina c'è un'anoressica che passeggia sullo sfondo di un cielo blu: "How to Walk Away" di Juliana Hatfield.

"Aspe' - le dico colto in fraganza - sta Ggggiuliana Hettfìld non è quella delle Black Babies?"

Insomma porto a casa il disco e decido di ascoltarlo durante un'operazione che mi richiede grande calma e pazienza quale il montaggio di un nuovo deragliatore XTR alla full suspended che userò per le gare marathon più toste, come la Dolomiti Superbike a Bolzano, il Salzkarmeggut Throphy in Austria e, se San Gennaro mi conserva la forma fino ad ottobre, la Roc d'Azur in Francia.

Ora il montaggio di un deragliatore nuovo, che poi sarebbe quel meccanismo che consente alla catena della bicicletta di spostarsi sulle tre corone che compongono la pedaliera, è uno dei compiti più rognosi che possano capitare ad uno che si fa il meccanico da solo. E soprattutto non è consigliabile durante il periodo natalizio per il rischio di tirare qualche santo giù dal Paradiso. Per questo occorre un sottofondo musicale che non è detto sia il disco più bello dell'anno, altrimenti avrei messo su quei due posseduti dei Left Lane Cruiser, ma un disco che ti dia calma e allo stesso tempo piacevolezza. Deciso: tento con la Hatfield.

Mentre allineo la gabbia del deragliatore alle corone regolandone l'altezza sul tubo piantone, parte il primo pezzo ed esclamo: "...porca zozza Suzanne Vega!". Lo stile ballatona sommessa è quello, con aperture della chitarra solista piacevoli. "The Fact Remains" passa così con il ritornello che rimane nella testa e il deragliatore è allineato.

La fase più difficile è la messa a punto delle due viti High e Low che delimitano lo spostamento della gabbia e ancora la languidezza di "Shining on" mi dà una mano a rimanere calmo e non smadonnare anche se è una canzone molto ruffiana. Non l'ho ancora mandata affanculo Juliana, ma comincia a starmi sulle balle ma non ancora pesantemente. Per fortuna che comincia a rockeggiare con un gran pezzo che ti fa battere ritmicamente il piede a terra mentre la vite Low non ne vuol sapere di far scendere la catena sulla corona da 22 denti. Quando ci riesco sto ancora cantando "...this lonely loooove uh uh  uh" come Richard Butler che le fa da voce in background. Con "My baby" mi conquista definitivamente perché funziona pure l'allineamento con la corona media, e così le perdono qualche leziosità di troppo per le mie orecchie.

Non c'è niente da fare, funzionano i brani più vivaci come "Just Lust" e ballate alla REM  come "Now I'm Gone". Faccio scattare i comandi Rapid Fire al manubrio e pare che sia andato tutto a posto, stavolta i santi in Paradiso non sono stati disturbati mentre approntano il presepe. Giusto in tempo, perché trovo insopportabile la tirata strappalacrime di "Remember November" seppure fosse iniziata con un bel piano. Roba da accendino in un concerto affollato, sì ma per appiccare il fuoco al palco! Sul resto del disco meglio sorvolare perché il mio lavoro l' ho ormai concluso e gli ultimi quattro brani non li ascolterei mai più.

Insomma un gran bel disco orecchiabile, da spazzolarvi la polvere accumulata  per poi ascoltarlo  mentre siete presi in occupazioni noiose di una mezz'oretta, tipo regolare un deragliatore, oppure pulire la pistola o preparare la fonduta. O navigare su DeBaser.  

Eddai ...scherzavo! Sul fatto che fosse un grande disco, naturalmente ...

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