Dato che questi film non sono ancora stati recensiti, ne colgo l'occasione.
I film di Don Camillo sono una fortunata serie scritta tra il 1951 e il 1965, e costituiscono indubbiamente un pezzo di storia del nostro cinema, noti e apprezzati anche all'estero. Mi è capitato varie volte di parlare con ragazzi stranieri, che sentendo la parola "Brescello" (il paese in cui sono ambientati) alludevano subito a questi film. La prima volta che li vidi, fu mio padre a convincermi, ed io non ero proprio entusiasta dell'idea, pensavo che non li avrei apprezzati. Fui smentito immediatamente! Entrarono subito nella lista dei miei cavalli di battaglia (e non per il nick...). Da allora li avrò visti una decina di volte e non riescono ancora a stufarmi!
Tratti dai romanzi di Giovanni Guareschi, sono pellicole divertenti, rilassanti, istruttive e riflessive al tempo stesso. Accanto ad una sana e mai volgare ironia, sono anche uno specchio della società di quegli anni. Come già detto, il paese in cui si svolgono è Brescello, un piccolo borgo posto nella bassa reggiana, sulle rive del Po, dove è ubicato anche un museo dedicato a Don Camillo e Peppone. L'eterna lotta tra il prete, il sindaco e rispettivi seguaci rappresenta la rivalità, ai massimi livelli nel dopoguerra, tra democristiani e comunisti, anche se qui, tranne qualche rarissima eccezione, è un po' all'acqua di rose, in quanto i protagonisti in fondo sono amici. Una sorta di rapporto di amore-odio. Sono molto visibili anche degli spaccati della vita comune di quegli anni, con i suoi valori, come la solidarietà, il suo duro lavoro e la sua umiltà, cose che si sono un po' smorzate nel corso degli anni.
Gli attori protagonisti, cioè Fernandel (Don Camillo) e Gino Cervi (Peppone), sono state certamente le scelte più indovinate. Sembrano proprio fatti apposta per interpretare le loro parti. Non a caso, alcuni tentati remakes effettuati dopo il 1965, seppur con artisti di livello, hanno lasciato piuttosto freddi il pubblico e la critica, perchè nessuno meglio dei suddetti originali interpreti riusciva ad immedesimarsi cosi bene nel proprio personaggio.
"Il ritorno di Don Camillo" è il secondo capitolo della serie (1952) e a mio avviso è il migliore. La regia è affidata a Julien Duvivier, e infatti la produzione è italo-francese.
Una particolare caratteristica di questo e di tutti gli altri episodi è che il prete comunica con Dio. Epica la scena nella quale porta la croce sulle spalle in un impervio tragitto confrontandosi con Lui sulle rispettive esperienze.
Don Camillo era stato allontanato dal paese per comportamenti non proprio consoni al suo ruolo, e trasferito in uno sperduto abitato di montagna. Ben presto però, tutti i brescellesi cominciano ad avvertirne la mancanza, e quindi Peppone si reca dal vescovo per convincerlo a farlo ritornare, il quale, seppur con qualche riluttanza, acconsente. C'è in corso anche una battaglia tra Peppone ed il latifondista Cagnola, perchè non vuole consegnare i suoi terreni per edificare alcune dighe, in previsione di un'imminente alluvione. Grazie soprattutto al prete rientrante viene (quasi) risolta. Ovviamente, non possono che ricominciare i vari diverbi e le varie dispute sacerdote-sindaco. Vi è anche un lato triste nel film, soprattutto quando la rivalità Peppone-Cagnola è trasmessa ai figli. Il figlio del primo cittadino viene infatti colpito da una pietra dal figlio del latifondista e rischia la vita. Per fortuna, si salverà. Intanto l'alluvione avanza imperterrita e molta gente è evacuata dalle proprie case. Verso la fine, si ha una chiara dimostrazione del vero rapporto tra i due protagonisti. Nonostante l'inondazione, Don Camillo non rinuncia a celebrare la messa, ed in chiesa viene colpito da alcuni mattoni che lo scaraventano in acqua. Se la cava grazie al tempestivo intervento di Peppone, che lo salva insieme all' "immortale" dottor Spiletti. Giunti a riva, come da copione, riprendono a litigare. E' questo il filo conduttore di questi films. Due acerrimi nemici in apparenza, ma prontissimi ad aiutarsi a vicenda in caso di bisogno. Il finale mostra il ritorno del sole e la popolazione che comincia una dura e faticosa opera di ricostruzione.
Un film molto piacevole, che consiglio caldamente a quanti (penso molto pochi) non l'avessero mai visto.
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