I Julie's haircut sono un gruppo italiano della provincia di Modena, che da tempo si sta distinguendo per la sua proposta musicale originale e godibile, con prestazioni live trascinanti e d'altri tempi.
Questo cd è il loro primo lavoro completo ufficiale e risale al 1999. Si tratta di un mix interessantissimo che condensa le chiare influenze del gruppo personalizzandole fin da subito con esigenze espressive nuove. Impossibile non notare i richiami a gruppi alternativi come 'Sonic Youth' o 'Mogwai', con un sound che mischia però alla sperimentalità noise degli anni 90 un'attitudine a metà tra il rock n' roll seventies ed il punk più irriverente.
Questi in sintesi sono i caratteri che emergono dalle 13 tracce dell'album, che ora presenterò con più dettaglio. L'attacco è affidato ad una triade di canzoni di matrice simile (tra rock n'roll e punk), una più trascinante dell'altra, ossia "black t-shirt", "nuclear core blues" e "too much love": distorsione delle chitarre pastosa e molto grezza, cantato (secondo me uno dei punti di forza del cd) "arrogante" ed al limite della stonatura, a volte filtrato da effetti distorsivi, ma comunque trascinante e quasi canzonatorio in certi frangenti.
Si passa a "Chip and fish brain", una filastrocca semplicemente geniale, introdotta da un unico accordo di chitarra ripetuto in loop, che costituisce una forte critica alla standardizzazione dei gusti e dei comportamenti della società attuale. La successiva "Everyone needs someone to fuck" (divenuta singolo dell'album) continua il discorso iniziato con le prime tre canzoni, con un testo divertente ed una melodia ancora più vicina al punk.
Le successive "Love is made for two" e "My house is on fire" sono molto più introspettive e dilatate nella struttura: qui il sound si avvicina a gruppi come i 'Sonic Youth'. "Silence/silence", cavalcata punk con un sound noise. "High school confidential" in cui si apprezzano ancora gli intrecci tra chitarre, con un uso di effetti ed un approccio anti-tecnico. "Strange-strange girl", ballata sussurrata tirata forse un po' troppo per le lunghe e poi "Safe as", un mid tempo con pause eloquenti e voce filtrata contribuiscono a rendere ancora più varia la proposta musicale del cd.
La penultima traccia "punk rock looser '99" è la più tirata come ritmo, un minuto e 43 secondi furiosi e forse un po' troppo cacofonici (ma la cosa è voluta). Chiusura affidata ad una ballata triste "virtual valerie", con tanto di chitarre pulite effettate col phaser e linee vocali azzeccate caratterizzate da un'espressività "ingenua", quasi adolescenziale.
Questo è un disco che non stupisce certo per le prestazioni dei singoli, ma per il risultato finale, di grande personalità, che lascia presagire ad un futuro artistico interessantissimo per il gruppo ( che si sta tutt'ora realizzando). Manca ancora una certa maturità negli arrangiamenti e nella cura dei suoni, difetti che alla lunga pesano forse sull'ascolto reiterato dell'album.
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