Il Rap, si sa, è per molti un genere da prendere con le molle. La più che decennale diatriba "Underground Vs. Commercial", infatti, rende per i non addetti oggettivamente difficile l'approccio alla materia, eternamente divisa tra album intrisi di sonorità dure e tecnicismi, e prodotti espressamente concepiti per club e masse. Fortunamente, si possono ravvisare ancora oggi delle piacevoli eccezioni, artisti che, trascendendo definizioni ed etichette, riescono nell'intento di pubblicare lavori godibili per chiunque, tanto per il patito pluriannuale quanto per il semplice curioso musicofilo a 360°.

Tra questi, sono senza dubbio da inserire gli MC Chali 2na, Zaakir, Marc 7 e Akil, e i DJ-producers Cut Chemist e Nu-Mark, più noti come Jurassic 5, che tra la fine della passata decade e l'inizio della nuova hanno saputo ritagliarsi una notevole fetta di spazio nell'affollata scena Rap americana. Lanciati dalla trascinante e solare "Jayou", contenuta nella compilation-cult "Lyricist Lounge Vol. 1" (un vero e proprio trampolino di lancio per futuri pezzi da novanta come Mos Def, Talib Kweli e Company Flow), i nostri tornano ben presto alla ribalta con "J5LP" (1999) e l'acclamato "Quality Control" (2000), che rivelano in maniera chiara e decisa i loro intenti: portare allegria e innovazione nelle sonorità del genere, riprendere il mood e le atmosfere genuine dell'Old School degli anni '80 e coniugarle con la macroscopica evoluzione del decennio successivo (non a caso il loro stile viene definito come "New Old Schoolism").

È il 2002, in ogni caso, l'anno della definitiva consacrazione, coincidente con la pubblicazione del masterpiece "Power In Numbers", un album praticamente perfetto che permette ai J5 di riscuotere anche un meritato successo di pubblico, oltre alle solite ovazioni di critica e stampa specializzata. Nelle diciassette tracce dell'album, viene portato a compimento il percorso evolutivo del gruppo, beat e rime finiscono per intrecciarsi alla perfezione, in un turbinio coinvolgente e quasi incessante. Si parte subito con gli irresistibili echi reggaeggianti dell'intro "This Is", per poi passare subito agli intriganti incastri di samples vocali della bellissima "Freedom" e ai raffinati tappeti Funk di "If You Only Knew", prodotta da Juju dei Beatnuts e dall'irresistibile ritornello, in perfetto stile J5. Dopo l'iterludio "Break" si prosegue, andando avanti con le martellanti "React" e "A Day At The Races", che campiona in maniera geniale le linee di basso della mitica "Urizen" di David Axelrod, per un risultato davvero apprezzabile, anche per merito dei due grandi big presenti: Percy P e, udite udite, mister Big Daddy Kane.
La cupa "Remember His Name" approfondisce il lato insolitamente oscuro della combo losangelina, mentre lo stratosferico e "premieristico" singolo "What's Golden" quello più scanzonato e incline all'airplay radiofonico (imprescindibile anche lo stupendo video). Il morbido campione di "Les Fleurs" di Minnie Ripperton e l'azzeccato featuring di Nelly Furtando impreziosiscono la dolcissima "The Thin Line", tutta improntata sulla "sottile linea" tra amicizia e amore, "After School Special", "High Fidelity" e "Sum Of Us" spingono l'acceleratore su flow e ritmi da headbanging, "DDt", invece, sulle folli spoken words del veterano Kool Keith. In "One Of Them" ritorna Juju al campionatore, per una netta virata verso le atmosfere da sottosuolo newyorkese (a Los Angeles??), subito abbandonate per le influenze soulful di "Hey" e il fantastico back in the days di "I Am Somebody". Tutto finito? Neanche a pensarci, c'è ancora tempo per gli oltre 6 minuti della strumentale "Acetate Prophets", che chiude un viaggio intenso e assolutamente privo di cadute di tono e stile.

Insomma, checchè se ne dica, i Jurassic 5 si confermano ancora una volta come uno dei gruppi più originali dell'attuale panorama Rap, e riescono nell'impresa da molti agognata: raggiungere un buon livello di notorietà senza snaturarsi, regalando agli ascoltatori un album fresco che, pur rifuggendo eccessive sperimentazioni e non allontanandosi dal classico sound del genere, non scade mai nell'ovvio e nel banale, e si lascia ascoltare con piacere e leggerezza per la sua intera durata. Da non perdere.

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