I 14 anni che passeranno dal primo al secondo album di Juri Camisasca non saranno solo temporali, ma vedranno un radicale cambiamento dello stile di vita dell'autore, che lo porterà a diventare monaco benedettino.
L'uscita dal monastero, per intraprendere la via eremitica, coincide col secondo album Te Deum.
Sulla prima facciata Juri recita un testo risalente al IV secolo in latino, ma è lui l'autore della musica. Il risultato è commovente e avvolgente. A differenza dell'amico Franco Battiato, che lo definì "uno che di milanese ha solo la nascita, perché è un orientale" e che ha frequentato tutte le religioni senza mai aderire completamente ad una, Juri è sempre stato fortemente cattolico.
Gli altri brani sono O Redemptor e Cantate Domino, entrambi su testi del VII secolo, molto coinvolgente il primo dei due; Victimae Paschali Laudes, questa volta su un testo del secolo decimoundicesimo, per finire con un breve Alleluja che non raggiunge i due minuti.
Per Camisasca questo album, edito dalla Emi, non rappresentò soltanto il ritorno alla discografia attiva, ma anche la messa in musica del proprio stile di vita.
Passeranno solo tre anni e Roberto da Melegnano ci regalerà un bellissimo album strettamente cantautorale, Il carmelo di Echt.
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