Assalam DeBaser,
ormai questa è la mia seconda recensione in questo interessante sito e vorrei ora parlare di un genere che mi sembra molto popolare in questo sito: il metal.
In particolare vi voglio presentare un gruppo che non conosce quasi nessuno: i Kahtmayan. Sono una band metal iraniana recentemente trasferita in California e, anche se il loro genere non è il mio preferito, le loro canzone mi sono piaciute molto. Principalmente non cantano, tranne qualche urlato e possiamo chiamarli un gruppo molto strumentale, che attinge soprattutto dai Metallica, ma ha caratteristiche proprie, come i suoni tipicamente orientali. Non voglio analizzare ogni singola canzone, perché sarebbe noioso e inutile, ma ve ne presenterò due in particolare. The Last Station, che dà il nome all'album, è molto rilassante e melodica: anche se viene eseguita con strumenti tipicamente rock, si possono sentire anche delle specie di violini persiani. Un inizio simile si trova in Recalling che a un certo punto, però, comincia a pompare al massimo con batteria in stile thrash e chitarre violente perfettamente metal.
Ho stimato in particolare sia la novità di un gruppo, definito assieme ad altri, Persian Metal, che ha portato novità nella musica orientale, sia le emozioni (tranquillità e grinta) che trasmettono. I nomi dei membri sono: Homayoon Majdzadeh, Ali Azhari, Ardavan Anzabipour e Arash Moghaddam. Il loro ex-batterista Vanik Vartanian ha collaborato con System Of A Down e Slipknot.
Ma a Salama
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