Oh-oh-oh eccomi alla mia very first recensione (e già questo non è un buon inizio, ma non odiatemi...).
Leggo la recensione su non mi ricordo più quale rivista e ne rimango colpita, in realtà io non mi fido mai delle recensioni: sempre debordanti in quanto a paragoni, in questo caso si parla di Franz Ferdinand e Blur... mah. Il giorno dopo m'imbatto casualmente in un negozio di cd stranamente ben fornito (dalle mie parti è straordinariamente raro) e trovo questo cd, per motivi altrettanto straordinari trovo nelle mie tasche i soldi necessari e dato che non sono mai stata una formica decido di fare quest'investimento (15 euro... è davvero il caso di dirlo).
Ok... la grafica è carina, in pratica si tratta della una scatola di un gioco da tavolo ma devo ancora capirla meglio. Il primo ascolto me lo concedo la sera stessa... alle 4 del mattino in condizioni non molto lucide... il cd fa schifo.
Il giorno dopo, tornata in me lo ascolto di nuovo e sebbene smorzata dai vari nanananaa l'impressione persiste perché ultimamente sono abituata a musica un po' più "sporca": gli eroi degli ultimi mesi sono Libertines, Mando Diao, 22-20's tanto per metterne lì qualcuno... ma non persisto e finalmente comprendo la perla che ho di fronte.
Ma andiamo con ordine: in generale, è vero si tratta di Franz Ferdinand+Blur ma la prima traccia ("Everyday I Love You Less And Less") è decisamente molto Futureheads, davvero.
Il meglio arriva con "I Predict A Riot" DAVVERO MOLTO BELLA e già penso ad eleggere i Kaiser Chiefs eroi della giornata, quei lalalalala mi hanno ormai conquistata (d'altronde è normale per una Blur-amante cedere così facilmente ad un lalalalala). Si prosegue alla grande ("Na Na Na Na Naa"). "Born To Be A Dancer" è la II canzone meravigliosa dell'album ("do you know what i am thinking i lay back and think of England do you know the real answer I WAS BORN TO BE A DANCER"). "Saturday Night" è una canzone in pieno stile Blur... già ma quali Blur? Io penso soprattutto a quelli di Parklife, è quasi una Bank Holiday in versione estesa. Ed è così che si arriva a "Time Honoured Tradition" e "that is the end of that" o quasi perchè c'è ancora "Caroline, Yes", non tra le migliori dell'album secondo me.
In conclusione: buon album, forse non molto vario (dopo parecchi ascolti è ancora difficile per me distinguere i brani) ma per questo più completo ed organico (AHHHH non posso credere d'aver davvero usato questa parola per definire un album!), e poi molto coinvolgente. Certamente da evitare se siete tra quelli che odiano i lalalalala.
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