Quello dei Kaiser Chiefs è un percorso che tra alti, bassi e numerosi cambiamenti, va avanti ormai da vent’anni.

Il quintetto originario di Leeds arriva a questo ottavo album in buona salute, a ben cinque anni dal più che discreto “Duck”, che aveva ricalibrato il suono della band attraverso un parziale ritorno alle origini venato di northern soul. Questo nuovo “Kaiser Chiefs’ Easy Eighth Album” mescola un po’ le carte in tavola, con Wilson e soci che hanno scelto alla produzione una leggenda come Nile Rodgers coadiuvato dal promettente produttore Amir Amor (Sam Smith, Maximo Park e Ed Sheeran nel curriculum).

Visti i nomi coinvolti, è facilmente prevedibile una virata verso lidi funkeggianti, confermata dal singolo “Feeling Alright”, scelto dallo stesso Rodgers tra una pila di canzoni in attesa di essere rifinite; la sua chitarra va ad impreziosire un buon brano, ricco di tutte le sfumature melodiche che la band britannica è sempre stata in grado di creare con estrema efficacia. Segue “Beautiful Girl”, che rassicura i fan storici della band che hanno maldigerito la svolta “non così indie” delle ultime prove, prima che “How 2 Dance” ci riporti in territori più ballabili; scelta come ovvio primo singolo, è un proiettile di due minuti abbondanti dotato di una melodia killer che difficilmente esce dalla testa.

Da questo punto in poi, il disco perde coesione e mostra il proprio lato schizofrenico: nei restanti minuti succede di tutto, così passiamo dagli Hard-Fi (anche loro di nuovo attivi quest’anno) annegati nei fiati e nei bassi pulsanti di “The Job Centre Shuffle” al glam rock di “Reasons To Stay Alive”, per poi proseguire col tuffo quintessenzialmente 80’s di “Sentimental Love Songs”, fino al pop rock epico alla Simple Minds del quarto singolo “Burning In Flames”.

Il secondo estratto “Jealousy”, una bombetta pop pronta all’uso che poco aggiunge all’economia del disco, ancticipa un finale nel quale Ricky Wilson e soci fanno improvvisamente retromarcia e con “Noel Groove” e la chiusura “The Lads” mettono a segno una doppietta di brit rock che più classica non si può.

Insomma, i Kaiser Chiefs sono ancora vivi ed ancora tra noi, ma sembrano indecisi tra una svolta netta verso altri territori (forse il flop di “Stay Together” del 2016 è una ferita ancora aperta) ed il mantenimento di uno status quo di alfieri dell’indie rock che ormai è forse storia un po’ stantia.

“Kaiser Chiefs’ Easy Eighth Album” è comunque un album più che buono, con pezzi di qualità davvero ottima, anche se la mancanza di coesione di cui sopra forse non li fa apprezzare appieno come meriterebbero.

Brano migliore: The Job Centre Shuffle

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