“Una band giovane ed eclettica, per di più in grado di scrivere ottimo materiale originale… non è cosa da poco” recitava il succinto comunicato stampa della Fontana Records che accompagnava, nel dicembre del ’67, l’ uscita di “Tangerine Dream”, album d’ esordio dei londinesi Kaleidoscope, spesso contrassegnati dalla sigla UK, per non confonderli con gli omonimi e coevi americani. La band, sotto l’acronimo di The Sidekicks prima e The Keys poi, si fa le ossa suonando rythm and blues nei club della capitale britannica fin dal 1964; "ovviamente preferivamo i Beatles, ma imitare gli Stones era più semplice" diranno in seguito di quel periodo. Ma il vento del cambiamento iniziava a soffiare violento, la stagione dell’amore inondava di colore il mondo e la psichedelia prendeva forma nella mente di molti artisti… ed anche la prolifica coppia Daltrey-Pumer iniziava ad addolcire le proprie produzioni, ammorbidendo e dilatando le proprie melodie e riempiendo le storie di folli personaggi, a volte buffi a volte bizzarri… o spesso, semplicemente magici. La loro proposta è un formidabile concentrato di stili, dove il folk liquido di “Dear Nelle Goodrich” trasmuta in quello più anfetaminico di “(Further Reflections) In The Room Of Percussions”, fin dentro l’infantilismo barrettiano della ballata “Please Excuse My Face”. Folgoranti i brani che mostrano il lato più lisergico della band, come il perfetto pop-psichedelico di “Dive Into Yesterday” e “The Murder Of Lewis Tollani”, che inacidiscono leggermente quello sofisticato di “Flight From Ashiya”, quello sconclusionato di “Mr. Small The Watch Reapairer Man” o quello più radiofonico di “Holidaymaker”. Ma la perfezione la raggiungono con la fiaba onirica “The Sky Children”, dove la voce di Daltrey si adagia morbidamente sopra una candida nuvola primaverile e si lascia trasportare da una leggera brezza attraverso i commoventi otto minuti del brano. Da lacrime.
"Il soggetto collettivo delle nostre canzoni è semplice: la vita e le persone. Abbiamo scritto le nostre canzoni su di voi. Persone allegre, persone tristi, persone amabili e qualche persona confusa. Abbiamo scritto dei bambini, del re e della sua regina, e abbiamo anche incluso qualche parola su di noi, sulle nostre vite e sui nostri sogni"Peter Daltrey
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