Ci sono cose che, pur rimanendo sempre uguali a se stesse, mutano in continuazione. Il cielo. L'animo umano. Le persone stesse. O questo disco.

Se i Kalisia hanno impiegato la bellezza di 14 anni per tornare sulla scena musicale, dopo il promettente demo "Skies" (1995), c'è un valido motivo. Portando a termine "Cybion" (2009), la band francese ha finalmente dato sfogo alle proprie aspirazioni di realizzare una vera opera d'arte. Questo concept album, infatti, presenta un'unica, lunghissima canzone dalla durata di oltre 71 minuti, divisa in quattro parti ("Revelation", "Elevation", "Regression" ed "Extinction") e in venti tracce minori. "Cybion" è un vero e proprio romanzo musicale, in cui il genere umano, raggiunto un livello tecnologico elevatissimo, incontra gli alieni Arken, che parlano il linguaggio Kal (creato appositamente per questo disco) e convincono alcuni terrestri a partire con loro, mentre altri rimarranno a loro rischio e pericolo...

Il testo e la musica sono strettamente collegati: il primo influenza di continuo la seconda e viceversa, dando origine a una successione di suoni e di sentimenti implacabile, come un fiume in piena. E'questa irrefrenabile volontà di narrare a delineare i tratti fondamentali del disco: la predominanza delle parti parlate su quelle in growl e sui cori (maestoso quello posto a conclusione della terza parte) e i continui cambi di tempo e genere (spaziando anche all'esterno del metal: si senta il sassofono in "Blinded Addict"). Anche se il disco si inscrive principalmente nel Progressive Death metal, in esso sono presenti contaminazioni di ogni tipo (dal Power all'Industrial). Insomma, definire questo lavoro equivarrebbe a limitarlo.

Nonostante "Cybion" venga lentamente deturpato dal germe della ripetizione e offra all'ascoltatore un finale davvero deludente, proprio dove ci si aspetterebbe la crema della crema, i Kalisia hanno sicuramente fatto centro, producendo un'opera epica e variegata, che il fruitore dalla mente aperta (necessaria, d'altronde, per ascoltare tutto il disco d'un fiato, come la band stessa consiglia) non mancherà di apprezzare e, perché no, di lodare. E se il prossimo lavoro sarà su questi livelli, perfino aspettare un'altra decade risulterà sopportabile.

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