Nel '77 tutti quanti erano impegnati a seguire quei quattro insulsi accordi poi chiamati punk mentre c'era una band che faceva rock dannatamente con un violino e una tastiera.
I Kansas erano già in voga in quel periodo per la hit-bomba "Carry On Wayward Son", quando all'improvviso nel 1977 nei negozi di dischi cominciò a spuntare "Point Of Know Return". Questo sublime album rappresenta uno dei capisaldi del rock anni '70, con dieci tracce si consuma uno degli ultimi degni eventi del Progressive ROCK, e scrivo in grande ROCK perchè succescivamente nascerà il Prog Metal. Ma comunque passiamo alla descrizione delle tracce.
La title-track si presenta subito come un bellissimo pezzo a cui si alternano parti dolci ad altre più scatenate come il ritornello dalle tastiere tipicamente Progressive. Particolarmente bella è la parte accompagnata dagli archi che poi sfocia nel potente ritornello. Decisamente meno coinvolgente, ma non per questo brutta, la seconda traccia Paradox che è un rock frenetico stoppato da alcune sezioni strumentali e accompagniato da un bel violino. La successiva "The Spider" non è altro che uno strumentale che si collega alla famosa "Portait (He Knew)", quest'ultima è una traccia davvero bella con forte influenza blues e con un bellissimo assolo di chitarra e che si scatena nel finale, possiamo dire che è uno dei punti più alti mai raggiunti dalla band americana. "Closet Chronicles" è una semi-ballata che risulta noiosa dall'inizio a metà brano quando viene interrotta da una sezione strumentale più che sublime accompagnata dal vibrafono,poi ritorna la ballata e successivamente si scatena ancora, un pezzo che in un voto DeBaseriano definirei da 4 per la parte strumentale. "Lightning's Hand" ripresenta le influenze bluesy di "Portait" soltanto che qua il cantato è molto più basso e hard rock, in quest'album Kerry Livgren ci dimostra che razza di chitarrista sia con assoli stupendi e abbastanza lunghi come in questa traccia. Ci sarebbero parole per descrivere la track 7? "Dust In The Wind"... Il titolo parla già da solo, passionalità e romanticismo si miscelano in questa canzone dal testo bellissimo, un classico.
"Sparks Of Tempest" è un pezzo orribilmente disco, salvato solamente dall'ennesima superba prestazione di Livgren, preferirei sorvolare la descrizione di questo pezzo. Il penultimo pezzo "nobody's Home" è una bellissima ballata accompagnata da archi che rendono la canzone ancora più dolce e bella, questa canzone può vantare di una grande prestazione vocale da parte del cantante Steve Walsh e quella chitarristica del solito Livgren. Ed eccoci arrivati alla fine, "Hopelessly Human" è un'altra stupenda ballata con l'assolo migliore di Livgren su quest'album e l'eccellente prestazione di tutti gli altri componenti.
Quest'album ha segnato la fine di un'era e di un genere come il progressive, e, visto che l'onore di chiudere il decennio d'oro del prog toccò ai Kansas, loro non delusero.
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