In una remota era nacquero il Rap e l’Hip Hop. Due generi musicali incentrati sulla feroce protesta contro le diseguaglianze sociali, il razzismo, la non equa distribuzione di ricchezza e denaro (e, quindi, di valide possibilità economiche) nella popolazione statunitense. Si biasimavano l’ipocrisia e la falsità, si predicava l’etica del ghetto e delle periferie sgangherate. Era il sound della componente “nera” della società, degli Afro-American, degli immigrati, di coloro che non intendevano tollerare passivamente la loro esclusione dalla upper life, o comunque, dalla quella società che predicava/predica bene e razzolava/razzola male.

La repentina diffusione della musica "nera" (e quindi l'ingresso nel mondo del business discografico di questi innovativi performers) provocò la prevedibile "commercializzazione" della stessa: dalla reale sincerità di coloro che, rappando su beat pulsanti e "sporchi", illustravano drammaticamente il degrado del ghetto, utilizzando pure un linguaggio "imbastardito" e gergale, si passò ad una meno convincente spontaneità di chi, purtroppo, approfittò del trend positivo delle sonorità Gangsta per mettersi da parte qualche facile quattrino. Oggi di rapper e finti rapper ne è pieno il vomero ed è sufficiente indossare grossi medaglioni e/o T-shirts extra-large per essere consacrato e decantato sopraffino esponente Hip/Hop - Rap.

Kanye West rappresenta una delle facce più recenti e maggiormente apprezzate del mondo Black statunitense (e non). Le sue proposte musicali riescono perlopiù nel loro intento, ossia vendite ragguardevoli e critiche positive. Sicuramente l'artista in questione si impegna assai nel suo lavoro e propone, a differenza di altri, lavori che intendono abbracciare degnamente le sonorità ivi descritte, senza perdersi in truzzate assurde, specie se discotecare. Riesce inoltre ad arricchire il panorama Hip - Hop con ulteriori venature sonore (elettronica, musica etnica/tribale, rock, jazz/lounge) atte tuttavia a non storpiare la doverosa preponderanza del sound principale.

Impressiona, nel contempo, l'eccentricità dell'artista, in particolar modo se si considerano alcuni inspiegabili atteggiamenti (in primis la disputa - montata da lui stesso - con Taylor Swift agli MTV Video Music Awards dello scorso anno). Ma anche visionando la cover di My Beautiful Dark Twisted Fantasy affiora qualche perplessità: interessante la concretizzazione artistica della sua bellissima, oscura e contorta fantasia...

Il titolo dell'album, difatti, suggerisce a priori l'atmosfera imperante, cupa, misteriosa, oscura e perversa, inneggiante al sesso, al degrado della Metropoli e alle contraddizioni dell'Uomo bianco. Musicalmente parlando, West si è prodigato assai di arricchire il suo consueto Hip/Hop con un bel gruppetto di sonorità alternative: predominano la musica tribale/etnica, un'elettronica/psichedelia non particolarmente caotica, sprazzi di rock melodico e qualche contaminazione Jazz/Lounge. Da evidenziare, inoltre, un diffuso utilizzo del vocoder ed una enorme quantità di collaborazioni, addirittura più di due featuring nello stesso brano.

Le prime tracce risultano essere più "morbide" e "solari" rispetto alle residue: l'entry - track Dark Fantasy mescola un leggero Hip/Hop circonciso da un coro gospel di ispirazione pseudo-etnica; Power si innesta su un background rock/tribale, a volte psichedelico, pulsante e "confusionario" ma trascinante, All Of The Lights (featuring Rihanna) riprende le sonorità tribali/etniche con grevi percussioni e inquietanti trombe di continuo sottofondo.

Il lato più oscuro, dark appunto, si perde nella seconda sequenza di brani, tutti coinvolgenti celebri personalità della "black music", dall'amico Jay-Z all'esordiente ma già quotata Nicki Minaj, a John Legend. Sounds sporchi e tonalità vocali disgustate ed incazzate rappresentano l'anima di Monster, So Appalled, Hell Of A Life (contraddistinta da pesanti assoli di chitarre elettriche) e Runaway, nei quali si alternano pure venature di Lounge e Chill Out. Un mix di tonalità vocali acappella distorte con l'auto-tune introducono e successivamente arricchiscono la (quasi) conclusiva Lost In The World, energico brano nel quale si sposano a meraviglia Urban, Hip - Hop e tamburi etnico-tribali, mix che conferisce un vibe simile alla nota Love Lockdown.

Un album ricco, eterogeneo, integrante una moltitudine di ispirazioni, generi musicali e sonorità degne di essere miscelate validamente e coerentemente. Consigliato a tutti i cultori dell'Hip-Hop ed alle sonorità "gangsta", tuttavia questa proposta può essere allargata anche a chiunque sia alla ricerca di qualcosa di diversificato, elaborato e ricercato.

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