Kaos è puro Hardcore, odio verso le istituzioni e misantropia al pari degli Slayer, penetrato da un ambiente sonoro fottutamente claustrofobico all’interno del quale rinchiudere l’ascoltatore, pari solo ai primi due album dei Korn, hardcore come i The Dillinger Escape Plan, old school e avanguardistico come Patton, incessante e logorante nelle sue liriche come le vicissitudini e le battaglie che si pongono lungo la vita.

Alienato e geniale
si muove su ritmi atonali che riecheggiano metriche ossessive che si stritolano, si incastrano, si contorcono, si costringono e ti affascinano come neanche il più visionario Erno Rubik.

Delirante nelle proprie visioni, lisergico come l’acido più allucinante che non smise di produrre prodigi nelle menti Pinkfloydiane, l’Mc si racconta attraverso una voce strozzata, graffiata da una vita sofferta ed indignata che si delinea su metriche matematiche old school in equazioni astratte, tortuose come i meandri beffardi e i miasmi di una vita puttana, in una logica combinatoria figlia di una condizione estrema, come il più ispirato e ingegneristico Fredrik Thordendal seppe creare proiettando ambienti impenetrabili, asettici e deviati.

Nelle proprie velleità artistiche, nelle proprie utopie lunatiche e in tutto il proprio odio senza riserbi Kaos si scaglia, come la più feroce delle bestie sulle concretezze materiali di una vita ingrata e ingiusta, mentre l’intenso e ossessivo susseguirsi di versi in rima sembrino danzare su logiche dannate e avveniristiche pronte a scaraventarsi in un labirinto paranoico alla ricerca di una via di fuga, fuori da prigioni mentali schizofreniche e insane.

Tutto quello di cui parlo è rappresentato in tracce come "Q.V.P", "Oltre La Fine" o l’emblematica "Arkham Asylum" (un vero maglio sulle falangi), in cui basti una semplice puntina sul vinile a generare suoni spartani minimali underground hardcore old school fuori da qualsiasi contesto commerciale su cui accordare versificazioni che deflagrino in tutta la loro rabbia l’ipocrisia delle masse e le loro squallide rappresentazioni porno-mediatiche.

"Tofutronik 3000", "Raggi X", "Ziust Begun", "Punti di Vista" e "Paura": liriche dettate su di una lucida follia la cui missione ha il suo epilogo come nel peggior incubo Mansoniano, un Helter Skelter volto a pura carneficina fratricida, in cui nessun addetto ai lavori è risparmiato.

Prigioni mentali evolute in un ambiente rabbioso intriso di veleno, odio e fastidio che assalgono Mc e Media sogghignanti, avidi e smaniosi di svendere e lucrare l’arte musicale equiparata a mero prodotto commerciale finto-impegnato, saziando così le fameliche fauci di una società malata, ignorante, credulona, deviata e perdente che insegue miti ad ogni angolo e rivede se stessa ad ogni flash di fotocamera ma le cui basi si organizzano su ambienti scaltramente fatui fatti di cliché aleatori e superficiali in cui la cupidigia fa coppia con l’indifferenza.

In tracce esistenziali come "-/-/-/-/-/ (L’Attesa)", "La Via del Vuoto" e "Cose Preziose", sua massima aria estratta e remixata dall’album 950 di Fritz Da Cat; Kaos mostra le cicatrici, i debiti pagati e l’amore per una vita spesa nell’impegno profuso per l’Hip Hop e la musica, proiettandosi in una franchezza ed onestà artistica come pochi, fedele ai rigori e dogmi etici e artistici come farebbe un samurai guidato dall’amore e dalla riconoscenza verso il proprio padrone, prodigandosi così su liriche disinteressate nel mettere in guardia, a non arrendersi e combattere, da una vita in cui distendere, per quanto è possibile, il proprio arco a volte non basta.

Un album che vanta collaborazioni quali Sean, Gopher D, Deda, dove spicca Andrea Vigiani in arte Chico MD e infine Neffa (prima che si prostituisse).

Tirando le somme un album per tutti coloro fedeli all’underground e all’hardcore che sia rap che sia punk, musica con le palle, zero pop, zero merda, zero commerciale, mentre le metriche di Kaos a dir poco straordinarie, farebbero il culo ai quelli che furono i Wu-Tang e Busta Rhymes, dicendolo non esagero, credo solo che sia sprecato per una società come la nostra (del cazzo) che riserba i premi artistici a filo-finto-opinionisti-impegnati alla MTv.

Una musica, la sua, che paradossalmente trae energie, forza e vitalità nell’urlare il proprio odio e insofferenza verso tutta la merda che ci circonda senza risparmiarsi.

UUUUUUUUUUUUUUAAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRRRRRGGGGGGGGGGGGGGHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!

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