Maggio 2007: qualche mese prima della sua scomparsa, Karlheinz Stockhausen è all'Auditorium Parco della Musica a Roma, e un paio di giorni dopo al Teatro Lauro Rossi di Macerata, a presentare un identico programma di musica elettronica: il "Saluto del Mercoledì" (1998) dall'opera "Mercoledì da Luce" e il nuovissimo "Cosmic Pulses", a Roma in prima esecuzione assoluta. Uno degli utenti di questo sito, Dante Cruciani, ha descritto con efficacia le suggestioni del concerto romano, e alla sua recensione vi rimando.

"Cosmic Pulses", la tredicesima parte del ciclo incompiuto intitolato "Klang" (Suono) e ispirato alle 24 ore del giorno. Un pezzo di una densità musicale estrema che inizia con una lenta introduzione ma che ben presto si sposta verso un parossismo sonoro che incalza l'ascoltatore con dinamiche quasi sempre in forte o fortissimo, con suoni deviati e mutanti che arrivano come incandescente polvere di stelle da otto punti diversi, con miriadi di pulsazioni cosmiche che improvvisamente fanno irruzione in una sala da concerto.

32 minuti di musica che rappresentano la frontiera più estrema verso cui Stockhausen si è spinto nella sua lunga ricerca. Il brano è costituito da 24 loop melodici che ruotano attraverso 8 gruppi di altoparlanti disposti in cerchio attorno al pubblico; avvengono un massimo di 240 e un minimo di 1,17 rotazioni al minuto in 24 tempi diversi; e ci sono 24 registri in un ambito di circa 7 ottave. Ciascun loop ha un diverso numero di altezze comprese tra 1 e 24, ed essi sono sovrapposti l'uno sull'altro dal più grave al più acuto e dal più lento al più veloce.

Stockhausen, febbraio 2007: «Per la prima volta ho provato a sovrapporre 24 strati di suono, come se avessi dovuto comporre le orbite di 24 lune o di 24 pianeti. Se sarà possibile udire tutto, non lo so ancora. In ogni caso, l'esperimento è estremamente affascinante!»

Altra novità, la spazializzazione del suono: poiché ogni sezione di ognuno dei 24 strati sonori (sincronizzati da computers, e con l'aiuto di tre collaboratori) ha il suo movimento specifico tra gli 8 gruppi di altoparlanti, Stockhausen compone qualcosa come 241 diverse traiettorie sonore nello spazio.

Ecco cosa significava per lui scrivere musica. Questo ci ha mostrato in quelle due serate a Roma e Macerata: le ultime volte che lo vedevo al centro della sala, seduto al banco di regia, a diffondere i suoni della sua bruciante immaginazione.

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