Sette recensioni per i sette giorni della settimana: oggi tocca a Sabato da Luce.
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Un gigantesco viso umano è sotto i riflettori in "Luzifers Tanz", terza scena dell'opera di teatro musicale "Sabato da Luce" (Samstag aus Licht). Previsti in organico 70 esecutori di strumenti a fiato (flauti, clarinetti, sassofoni, trombe ecc.) e ben 10 percussionisti. I musicisti siedono in dieci gruppi su sei livelli sovrapposti in verticale: partendo dall'alto, il sopracciglio destro e quello sinistro; l'occhio destro e quello sinistro; la guancia destra e quella sinistra; il naso; il labbro superiore; infine il mento (suddiviso in due gruppi).
Ognuna di queste parti del viso dà luogo ad alcune danze, brevi episodi strumentali in cui suonano solo i musicisti di ciascun gruppo, separate da altre danze in cui due o più gruppi suonano in contrapposizione l'uno contro l'altro; vi sono così 10 danze (del sopracciglio sinistro, del sopracciglio destro, e così via) separate da 9 danze dei tutti: ecco l'articolazione strutturale del pezzo, che dura circa 51 minuti.
Ma non finisce qui: il personaggio di Luzifer è rappresentato in scena da una voce di basso, che per tutta la durata del brano interviene di tanto in tanto intonando un motto, e da un trampolista, che attraversa la scena e il corridoio centrale mimando la voce del basso sui suoi altissimi trampoli mentre insegna al viso come danzare.
La musica: una sulfurea massa sonora, stridente nel privilegiare i timbri degli ottoni (spesso con sordina) e metallica nell'uso insistito delle percussioni. Il suono fluisce indiavolato e pressoché ininterrotto ma nel corso del brano emergono tre musicisti che si producono in altrettanti assoli: di percussione, di tromba piccola, di ottavino (quest'ultimo suonato da una gatta nera che a un certo punto saluta il pubblico strillando, in italiano, «Salve, satanelli!»).
"Luzifers Tanz" ha due finali diversi: se viene suonato in forma di concerto, termina con un tutti conclusivo e ha una durata di 47 minuti; se invece viene rappresentato in teatro, la musica è interrotta da uno sciopero dell'orchestra: i musicisti smettono di suonare e se ne vanno tra urla e strepiti. Come mai questo curioso siparietto? Evidentemente un ricordo di quanto successe nel 1981 alla rappresentazione della prima opera del ciclo, "Donnerstag aus Licht", quando uno sciopero (vero) del coro del Teatro alla Scala impedì la rappresentazione del terzo atto in cinque recite sulle otto in programma. Esperienza molto amara per Stockhausen, che con questo episodio di 3 minuti in "Luzifers Tanz" getta una luce piena di humour sulla natura del suo spirito, di solito assai severo.
- Samstag aus Licht (1981-83) è la seconda opera del ciclo dedicato ai giorni della settimana. Si articola in quattro scene più una breve introduzione strumentale (Saluto del Sabato). Il sabato è la giornata di Luzifer, impersonato in scena da una voce di basso, da un solista di trombone, da un trampolista. L'opera è stata rappresentata nel maggio 1984 al Palazzo dello Sport di Milano come produzione del Teatro alla Scala. L'edizione discografica in 4 cd è pubblicata dalla Stockhausen-Verlag ("Luzifers Tanz" è il cd n.3 di questa edizione).
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