Padri e figli: di solito sono i primi a insegnare ai secondi ma la musica in questione, "Oktophonie", è anche il risultato dell'influenza che il giovane Simon Stockhausen, all'epoca dei fatti 22enne, esercita sul padre Karlheinz. Il quale, nel 1990-91, compone questo lungo brano di musica elettronica con sintetizzatori e campionatori di uso comune, aiutato nella costruzione dei suoni dall'abile Simon.
"Oktophonie" si intitola questa musica perché essa è diffusa da 8 gruppi di altoparlanti posizionati negli spigoli di un cubo virtuale dentro cui si trovano gli ascoltatori. Il suono si muove liberamente: con movimenti verticali e diagonali, con lente rotazioni a spirale, e non più solo in orizzontale come accadeva in brani di Stockhausen precedenti a questo. Dunque il pezzo risulta da un processo compositivo di produzione del suono (Karlheinz in collaborazione con Simon) e di spazializzazione (Karlheinz da solo).
Pezzo nato come introduzione e sfondo sonoro del secondo atto dell'opera di teatro musicale "Martedì da Luce", una delle sette parti del gigantesco ciclo "Licht" (Luce) dedicato ai giorni della settimana, che Stockhausen conclude nel 2003 dopo avervi lavorato per qualcosa come 25 anni. E siccome il martedì è il giorno di Marte, dio della guerra, "Oktophonie" è la cronaca sonora della guerra tra Michael e Luzifer, due dei tre personaggi principali del ciclo di "Licht" (il terzo è Eva).
Una musica che abbonda di esplosioni sonore, di sibili della contraerea, di glissandi di aerei in volo che dopo essere stati colpiti si schiantano al suolo quattro ottave più in basso. È un costante alternarsi tra scure sonorità di sottofondo che riempiono lo spazio acustico e i lampi improvvisi di vibranti detonazioni fatte di suoni.
Con "Oktophonie" cadono le barriere tra l'elettronica d'avanguardia e quella cosiddetta incolta: è una musica non difficile all'ascolto, che non sembra nemmeno scritta da un padre della ricerca musicale più estrema; mentre certi pezzi elettronici prodotti negli ultimi vent'anni da musicisti di origine non accademica sono molto più ostici di questo. Merito di due Stockhausen: il padre Karlheinz, per aver lasciato le porte aperte al nuovo; il figlio Simon, per aver contribuito a rendere questi 69 minuti di musica un'esperienza che lascia il segno.
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