Se fossimo dinosauri, saremmo dei velociraptor. Perché siamo un branco, siamo uniti, siamo una rock band. E' come se cercassimo la bestia più grossa, come una grande rock 'n' roll band, e la volessimo mangiare, uccidere. E' questo il significato di Velociraptor.
A due anni di distanza da "West Ryder Pauper Lunatic Asylum" e dopo numerosi live in giro per il mondo, torna il quartetto inglese proveniente da Leicester, capitanato dall'eccentrico Sergio Pizzorno (chitarra, voce), cui si affiancano come sempre Tom Meighan (voce), Chris Edwards (basso) e Ian Matthews (batteria).
Con il loro nuovo album "Velociraptor!", quarta uscita di una fulminea e proficua carriera discografica, i Kasabian, convintissimi dei propri mezzi, sono pronti a conquistare definitivamente la scena rock internazionale. Non deve essere stato facile ripartire dal successo di "West Ryder Pauper Lunatic Asylum", l'opera per certi versi più completa e rappresentativa del gruppo, che è riuscito a creare una miscela perfetta di rock, brit pop, elettronica, con un tocco di psychedelic.
Per non ripetersi, Sergio Pizzorno e compagni hanno optato per una strada diversa, realizzando così un disco per molti versi differente non solo dal suo predecessore, ma anche da "Kasabian" e "Empire". "Velociraptor!" riesce a catturare fin da subito l'attenzione dell'ascoltatore e riesce a farsi ascoltare facilmente, grazie a canzoni dirette e fortemente melodiche.
Già la prima traccia del disco "Let's Roll Just Like We Used To", con intro "western" vagamente morriconiana, evidenzia come sia cambiato il suono della band: un suono più pop (nel senso di "popolare"), caratterizzato a volte da pezzi allegri, con ritornelli melodici e canticchiabili ("Goodbye Kiss"), altre volte da "ballate" malinconiche e orientaleggianti ("La Fee Verte" e "Acid Turkish Bath", cantante in questo caso da Sergio Pizzorno).
Gli episodi migliori del disco, tuttavia, sono sicuramente i due singoli, "Days Are Forgotten" e "Switchblade Smiles", e la canzone "Velociraptor!", in cui il gruppo riesce a conciliare al meglio le nuove influenze con il suono dei "vecchi Kasabian". Sembra che questo Velociraptor vada a mille e che abbia una corsa sciolta, ma in alcuni episodi invece inciampa e sembra quasi azzoppato: "I Hear Voices" e "Re-Wired" non riescono a convincere fino in fondo, finendo per cadere nell'anonimato.
E' proprio questo, forse, l'unico neo di "Velociraptor!": nonostante gran parte delle canzoni siano indubbiamente ben suonate, in alcune occasioni si ha quasi l'impressione di ascoltare qualcosa di già sentito. Bisogna ammettere, comunque, che dopo tutto si tratta di un buon album (anche se non all'altezza dei suo predecessori), in cui a buoni episodi si alternano canzoni meno convincenti. In qualsiasi caso, questo "Velociraptor!" farà sicuramente parlare di sé e dividerà pubblico e critica: se da una parte, con molta probabilità, riuscirà a conquistare i vecchi fans dei Kasabian e permetterà alla band di arrivare ad un pubblico più ampio, dall'altra non soddisferà le orecchie degli ascoltatori più esigenti.
Voto finale: 7/10.
Tracklist:
- "Let's Roll Just Like We Used To"
- "Days Are Forgotten"
- "Goodbye Kiss"
- "La Fée Verte"
- "Velociraptor!"
- "Acid Turkish Bath (Shelter From The Storm)"
- "I Hear Voices"
- "Re-wired"
- "Man Of Simple Pleasures"
- "Switchblade Smiles"
- "Neon Noon"
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