"Velociraptor!" Sinceramente ho smesso di cercare un senso ai titoli dei dischi dei Kasabian già dopo il precedente "West Ryder Pauper Lunatic Asylum" e certamente non mi metterò a cercare eventuali analogie con un dinosauro, ma con altrettanta certezza affermo che negli ultimi anni solo i titoli degli album sono l'unica cosa senza senso del gruppo inglese.
Ci avevano lasciato agli ottimi livelli di due anni fa, e tornano con la stessa qualità condita da idee nuove. L'approccio a questo quarto lavoro lo si potrebbe già riassumere con la spensieratezza della traccia di apertura "Let's Roll Just Like We Used To" o con il secondo singolo "Days Are Forgotten", a dimostrazione che la coppia Tom Meighan/Sergio Pizzorno è in grado di scrivere sia pezzi psichedelici alla "Cutt Off" o "Underdog" sia piacevoli melodie alla "LSF" o "Fire", e un pezzo come appunto "Days Are Forgotten" è tra i tanti che riassume la versatilità del gruppo di Leicester. Qualcosa infatti rispetto ai dischi precedenti è cambiato, a prova di ciò un'accoppiata di pezzi inaspettati, "Goodbye Kiss" e "La Fee Verte" sembrano essere state scritte 40 anni fa e tenute conservate in un cassetto affianco a fiori di magnolia, certamente brani poco consoni alla band, ma soprattutto per questo degni ancor più di nota in quanto differenti. Il pezzo che racchiude l'essenza classica della band è la title-track "Velociraptor!" che sta ai Kasabian tanto quanto uno Spritz sta al prosecco, (e di alcool Pizzorno ne sa qualcosa, garantito da una band in tour con loro all' I-Day 2009).
Tornando ai titoli insoliti, "Acid Turkish Bath" (bagno turco acido) regala quel tocco orientale ormai marchio del gruppo fin dagli esordi, brano trascinante in atmosfere confuse con sfumature psichedeliche, assolutamente coinvolgente nonostante i suoi 6 minuti la portino ad essere la canzone più lunga del disco. Pezzo dopo pezzo, è quasi impossibile trovare degli anelli deboli nella solidissima catena di Velociraptor!, anche i cosiddetti pezzi di riempimento, quali ad esempio "I Hear Voices", convincono senza steccare. Altro apice dell'album ( e a mio parere dell'intera discografia ) è la traccia "Re-Wired", fresca, efficace e soprattutto orecchiabile, entra in testa dopo uno o due ascolti senza però risultare ruffiana. Meighan sia come paroliere sia come compositore si conferma ai vertici nel panorama rock britannico, rimanendo comunque un 'uomo di semplici piaceri', "Man of Simple Pleasure", ottimo brano che apre al primo singolo del disco, "Switchable Smiles", che grazie alla robusta presenza di campionamenti, rimanda agli esordi del quartetto inglese. Il disco non poteva non chiudersi con un lento, dopo la presenza di brani quali "British Legion" 5 anni addietro e "Happiness" nel 2009, si termina con la malinconica "Neon Noon", degna chiusura di un album di estrema fattura.
Ciò che rimprovero alla band è di non aver completato l'opera con un paio di pezzi da capogiro, quello che a parere personale è già di per se un disco eccellente e di larga veduta. A differenza ad esempio dei connazionali Kaiser Chiefs, i Kasabian si confermano anche a questo giro come una delle band apici del nuovo movimento della British Music, e se la stampa gli antepone costantemente agli A. Monkeys, a quest' ultimi non rimane che continuare a scimmiottare sui palchi, con la speranza di non trovarsi di fronte alla carnivora presenza di uno spietato Velociraptor!
Voto: 9
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