Quando mi chiedono cosa penso di Katie Melua, rispondo senza remore che la sua musica è gradevole, per poi però dimenticarmi del mio interlocutore e perdermi in una fantasia in cui io e Katie siamo sposati o qualcosa del genere. Il suo aspetto fisico a volte sembra l'unica opera d'arte da prendere in considerazione quando si parla di lei.

Siamo sinceri, la discografia di Katie Melua non ha un eccelso valore artistico, temo.

Un astuto produttore scova una giovane Folk-Singer dolce-e-carina con una voce dolce-e-carina, e per lei costruisce eleganti dischi di pop intrisi di Blues e Folk, generi musicali che di solito ammaliano anche i sassi. E questo è quanto. Poco poetico, lo so. C'è da ammettere che Katie Melua è anche autrice di alcuni brani, ma generalmente i migliori della sua discografia sono scritti dal suddetto produttore, che per la cronaca, si chiama Mike Batt.
Niente di innovativo e nessuna genialità è possibile scovare tra questi album, che però nel complesso sono buoni prodotti, compreso "Pictures", album uscito nel 2007.

Il disco inizia piacevolmente bene, "Mary Pickford" è una canzoncina folk decisamente orecchiabile e "It's all In My Head" è una canzone con una tipica strofa vagamente bluesy e un ritornello arioso e bello.
Non c'è niente di peggio che una melodia orecchiabile ma insignificante: "If The Light Go Out", la terza traccia, emana uno sgradevole sentore di pop sdolcinato da 4 soldi con un arrangiamento insolitamente pieno, quasi pop-rock. Anche "What I Miss About You" è piuttosto lontana dal blues e dal folk, ma la sua bella melodia ci rassicura: Katie può cantare purissime canzoni pop senza che siano necessariamente brutte. "Spellbound" è un altro pop colorato vagamente di folk dal suo arrangiamento, con una orecchiabile e ritmata melodia.

"What It Says On The Tin" è una ballata, con il solito arrangiamento furbo e l'interpretazione deliziosa della giuovine cantante. "Scary Films" è un bel blues-rock, uno dei migliori momenti del disco, sonorità soul invece nella successiva "Perfect Circle". Anche "Ghost Town" è una buona traccia, con ritmo raggae e il ritornello impreziosito dal coro. Sono carine anche la ballata "If You Were A Sail Boat" e l'ennesima furberia del disco, "Dirty Nice". L'ultimo pezzo, "In My Secret Life", è invece una cover del grande Leonard Cohen, interpretata dignitosamente.

Insomma, questo album non è esattamente una fantasmagoria musicale trascendentale, ma è sicuramente un buon prodotto di pop sofisticato, con almeno 10 tracce godibili (su un totale di 12). Un disco raffinato e allo stesso tempo leggero, un pò pop, un pò blues e un pò folk... Il tutto easy-listening.

Giudizio: 6,5/10

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