Eccomi qua a scrivere la recensione di un disco dal quale mi aspettavo parecchio. Dato che il primo disco di Katy Perry, "One Of The Boys" era stato a mio parere un'autentica rivelazione, una piccola perla di puro pop di cui ho apprezzato parecchio tutte e 12 le traccie, quando ho ascoltato per la prima volta questo "Teenage Dreams" ho storto un pò il naso.

Anticipato dal singolone "California Gurls", nella quale la seducente Katy Perry duetta con Snoop Dogg, ciò che ci si presenta è un album interamente ascoltabile ma del quale alcune traccie risultano decisamente inferiori ad altre, cosa che secondo me non avveniva nel precedente album. Per far meglio capire cosa intendo dire ho pensato di citare ad una a una tutte le track, dando una breve descrizione di ogni singola traccia.

Il disco si apre con il secondo singolo estratto "Teenage Dream". La canzone è una mid-tempo piuttosto orecchiabile, ma decisamente lontana parecchio dai singoli di "One Of The Boys". Di certo è comunque una traccia di punta all'interno dell'opera, leggera e facilmente assimilabile.

La seconda traccia è "Last Friday Night "T.G.I.F.", altra mid-tempo dall'atmosfera spensierata che si fa ricordare soprattutto verso la fine, a seguito di un particolare ma decisamente azzeccato assolo di trombetta e finale effetto karaoke. Un'altra traccia piuttosto carina.

La terza è il primo singolo "California Gurls". E' indubbiamente la canzone che si ricorda di più dell'intero disco, immediata e frizzante. Come già precedentemente detto Katy Perry qua duetta con Snoop Dogg, il quale grazie all'apporto rap all'interno della canzone la rende immediatamente riconoscibile. Un'altra traccia consigliata.

Quarta: "Firework". Interessante miscuglio tra una mid-tempo è una ballad, ha un ritornello esplosivo nella quale Katy Perry dà il meglio di se vocalmente parlando. A me è piaciuta parecchio, si ricorda in fretta e ha il pregio di non essere scontata.

Ed ecco la prima nota dolente del disco, la quinta traccia, "Peacock". Togliendo il ritornello dal quale trapelano infelici e poco velati riferimenti sessuali che non sto a citare ma i quali non faticherete ad individuare visto il titolo della song, ciò che posso dire della stessa è che è una canzone dal ritmo frenetico alla quale tuttavia non riesco a dare una valutazione più che discreta. Di certo è ascoltabile, ma decisamente inferiore sia a tutte le song dell'album precedente che a tutte quelle finora recensite del presente album.

Sesta traccia: "Circle The Drain". Questa è la prima canzone con qualche piccola infulenza rock dell'intero lavoro. Ha un sound molto particolare, ma ha un ritornello che non lascia il segno. A mio parere è tuttavia l'episodio peggiore dell'intero album, risultando, seppur sufficiente, anonima e priva di mordente.

Settima: "The One That Got Away". Questa è la mia seconda traccia preferita dell'opera. E' una mid-tempo piuttosto malinconica, nella quale il sound si sviluppa bene nella strofa fino a culminare nel ritornello di facile presa. Traccia piuttosto ben riuscita.

Ed ecco la mia song preferita, l'ottava: "E.T.". Decisamente stupefacente, sia nella strofa che nel ritornello, è la canzone che più convince e lascia il segno. Contaminata da elementi elettronici che la impreziosiscono, è la traccia che ascolto più volentieri.

Anche la nona traccia è decisamente sopra le righe, "Who Am I Living For". Il sound è tetro e il ritornello è insolito, ma in senso positivo. La traccia convince, di certo non potrebbe mai essere un singolo viste le sonorità cupe ma è tuttavia un episodio da apprezzare, a mio parere.

Ed eccoci invece ad un altro calo di stile. La decima traccia, "Pearl", è una ballad con una strofa interessante, ma che culmina in un ritornello piuttosto anonimo ed addirittura noioso. E' sicuramente superiore a "Circle The Drain", ma a mio parere rientra di diritto tra le tre traccie peggiori dell'opera.

All'undicesima traccia troviamo "Hummingbird Heartbeat", le cui sonorità ricordano più la prima parte dell'album, quella spensierata è frizzante. Traccia carina ed orecchiabile, di buona fattura.

E, dulcis in fundo, la dodicesima: "Not Like The Movies". Un'altra ballata ed un altro calo qualitativo. Il pezzo risulta essere ripetitivo e stancante, il ritornello è anonimo. La seconda song peggiore, sufficiente ma nient'affatto esaltante.

In definitiva ciò che ci troviamo davanti è un prodotto ben confezionato: a mio parere è inferiore qualitativamente a "One Of The Boys", tuttavia anche in questo caso le track risultano comunque essere tutte ascoltabili (quale più e quale meno). Di certo i singoli sono qualitativamente inferiori al precedente album, così come l'album in sè, in definitiva.

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