Tante cose sono successe in questi due anni di assenza dei Keane dalle scene discografiche.
Il "piano rock" (così è stata battezzata la proposta musicale contenuta nel fortunatissimo esordio della band inglese, quell' "Hopes And Fears" che ha smerciato più di cinque milioni di copie nel mondo) è diventato un genere apprezzatissimo da pubblico e critica: numerose band hanno tratto profitto dall'esplosione (persino in America) di Chaplin e soci (The Fray e One Republic le più note, ma non necessariamente le migliori).
Agli esordi erroneamente accostati ai più noti Coldplay, i Keane, dopo un secondo disco molto bello ("Under The Iron Sea") che già si allontanava in parte dalle sonorità rassicuranti dell'opera prima, hanno subito una pesante crisi interna che li ha portati sull'orlo dello scioglimento definitivo. I problemi di droga ed alcool del cantante (ed alcune ventilate tensioni interne) hanno fatto vacillare la stabilità della band, che, superate tutte le difficoltà, torna sul mercato discografico con questo nuovo lavoro, dal titolo "Perfect Symmetry".
Iniziamo col dire che questa nuova opera presenta due facce ben distinte: da una parte la prosecuzione del discorso avviato con "Hopes And Fears", dall'altra la voglia di fare cose nuove e più aderenti alle influenze di ogni singolo elemento della band (si inquadra in tal senso il re-inserimento della chitarra nei suoni della band). Capita quindi che il disco si apra con una delle più belle e sorprendenti canzoni del carniere di Keane, il primo singolo "Spiralling" (synth pop molto molto kitsch), per poi passare al secondo singolo "The Lovers Are Losing", quasi una "Crystal Ball" parte seconda. "Better Than This", pur non brillando affatto, dà le prime avvisaglie di "ribaltamento", e da qua in poi è un'altalena tra struggenti e palesemente "keaniane" piano ballads (la titletrack, "You Don't See Me" e "Love Is The End") e contaminazioni eighties pop piuttosto evidenti, come nelle ottime "Again And Again" e "Black Burning Heart".
Le cose vanno un po' peggio quando la band calca un po' troppo la mano, come nella sconnessa "Pretend That You're Alone" (in cui Chaplin sembra convinto di essere Brett Anderson, ovviamente sbagliandosi di grosso) o nella insipida "You Haven't Told Me Anything" (sotto il vestito sintetico, niente). Ma, come nel più bello dei colpi di scena, ad una caduta corrisponde una risalita, ed ecco che ne esce fuori una "Playing Along" sontuosa, che ricorda i migliori episodi dei Radiohead periodo "The Bends" (con le debite proporzioni).
Disco, questo "Perfect Symmetry", che si posiziona nella discografia della band britannica come il più classico degli album di transizione. Sperando che la prossima eventuale trasformazione definitiva sia una nuova vita musicale.
Altrimenti, sarebbe un vero peccato.
Tracce chiave: "Spiralling", "Perfect Symmetry", "Playing Along", "Black Burning Heart"
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