Ispirarsi agli U2 evidentemente paga.
Devono averla pensata così i Keane che, proprio mentre lavoravano a questo nuovo "Under The Iron Sea", vedevano volare i Coldplay sulle ali di oltre dieci milioni di copie vendute. E il primo estratto dall'ultimo disco, "Is It Any Wonder", spinge proprio in quella direzione, anche se il pezzo mette in mostra un'invidiabile freschezza che Bono e soci ormai si sognano.
Per fortuna, comunque, il resto dell'album si muove anche in altre direzioni, come nel caso della bellissima "Atlantic", opener dell'album e sorta di incidente frontale fra Thom Yorke e Rufus Wainwright. "Nothing In My Way" segue le orme della vecchia "Somewhere Only We Know", ma si rivela maggiormente incisiva e radiofonica (non a caso è il nuovo singolo e colonna sonora di Fifa '07). Si passa poi a "Leaving So Soon", che alza il ritmo mettendo in mostra la buona vocalità di Chaplin, e alla bella ballatona "A Bad Dream", già presentata nei live antecedenti all'uscita del disco. "Hamburg Song" si rivela tra le cose più interessanti del lavoro, col suo lento incedere e l'atmosfera eterea e rarefatta, ed è controbilanciata da "Put It Behind You", che rialza il ritmo. Si arriva così alla superhit "Crystal Ball", debitrice di certe cose più vicine alla dance dei New Order, e già uno dei classici del gruppo britannico. "Try Again" modera per l'ennesima volta i toni (facendo il paio con la successiva "Broken Toy"), mentre la conclusione è affidata a "The Frog Prince", midtempo che nulla toglie e nulla aggiunge all'economia del disco.
Prova matura, questo "Under The Iron Sea", che tenta una maggiore varietà di stili rispetto all'invero un po' monocorde "Hopes And Fears" e catapulta, grazie ad un trittico di hit azzeccatissime, i Keane alla ribalta della scena pop europea. Anche se il capolavoro non è ancora arrivato, e chissà se arriverà.
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