Keiji Haino è un musicista eclettico e innovativo e allo stesso tempo un vero e proprio provocatore, un artista "teatrale", persino patetico, che scarica la propria verve e fervida ispirazione in una maniera estrema, prossima all'esagerazione. Ogni suo lavoro è frutto di improvvisazione e manifestazione delle sue visioni allucinate. Aperto a collaborazioni di ogni genere, in "American Dollar Bill - Keep Facing Sideways, You're Too Hideous To Look At Face On" (Thrill Jockey Records, 23 febbraio 2018), Keiji si accompagna ai SUMAC di Aaron Turner, una delle formazioni più interessanti nel panorama della musica metal (una definizione sicuramente riduttiva per una band cui non manca una spiccata indole sperimentale).
"American Dollar Bill..." è un disco assolutamente non convenzionale. La sua stessa genesi è particolare: Keiji e i SUMAC si sono incontrati presso i Goksound Studios di Tokyo dove hanno dato luogo a una serie di session improvvisate senza nessuna premeditazione e/o limiti di nessun tipo. Registrazioni che sono state tutte catturate su nastro e poi combinate in tre lunghe composizioni: la title-track, "What Have I Done? Pt. I and II", "I'm Over 137% A Love Junkie And Still It's Not Enough Pt. I and II". Composizioni per lo più irregolari e imprevedibili, dominate dal suono del basso e dalla carica della batteria e soprattutto distorsioni massive e invasive e cariche di furore drone e noise. Ma dove su tutto si erge con violenza la voce di Keiji Haino, che si disimpegna in interpretazioni drammatiche e cariche di pathos. Altri momenti più tipicamente ambient (ad esempio nella title-track oppure la prima parte di "I'm Over 137% A Love Junkie And Still It's Not Enough") completano il campionario delle proposte contenute nel disco e mostrano come questo combo riesca a disimpegnarsi bene anche nella realizzione di composizioni minimaliste.
Il risultato finale è un disco difficile e coraggioso, come nella tradizione di Keiji Haino e che sebbene non conquisterà il cuore di un gran numero di ascoltatori, suggerirà invece una certa affezione per chi si lascerà conquistare da quello che alla fine possiamo definire come un vero e proprio manifesto espressionista.
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