Vi ho mai accennato di Kelis, la prorompente (e figa) sculettatrice di "Milkshake" e "Trick Me"? Ebbene, in questa nuovissima ed inedita recensione allargherò l'analisi del mondo mainstream (ebbene sì cari miei colleghi metallari e no, questo è il mio campo di riflessione principale, quindi mettetevi la vostra bella animuccia in pace) a questa ancora poco consciuta (in Italia) cantante.

"Milkshake" e "Trick Me" sono storia passata e trapassata. Erano gli anni del florido Urban/R'n'B/Hip Hop dei vari Outkast, Timbaland e via di seguito. Fino a pochi anni fa or sono una enorme mole di star pienamente inserite nel music biz internazionale si era immersa in questi sound che oltre a produrre alcuni gioiellini (ma anche distustose e orripilanti fuffe mal confezionate) era riuscita a bissare le più autorevoli charts mondiali e a ottenere vendite strabilianti dalle varie "merci musicali". A questo filone melodico si annoverano i Black Eyed Peas (Where Is The Love, Don't Phunk With My Heart), gli Outkast (Hey Ya!) e le varie produzioni made in Timbaland (Promiscuous, Maneater della Furtado e le varie SexyBack, My Love dell'ambizioso Timberlake).

Con l'avvento di "novità" come Lady GaGa e della rivoluzione electro-house attuata da mister Guetta il mondo mainstream ha, da brava pecorella, seguito i gusti della massa ora tutta dedita a dance floor e luci colorate. Oltre a GaGa e Guetta, precursori furono proprio will.i.am, Fergie & co. che, abbandonata la loro anima funky/hip-hop, hanno virato decisamente al sound Guettiano, facendo sfracelli con le svariate I Gotta Feeling e Boom Boom Pow. E la storiella continua ora.

Ma si discuteva della gnoccolona Kelis. Ella, lasciato l'urban e l'R'n'B di Bossy e la già citata Milkshake, si è alleata con l'onnipresente Guetta e Djs vari sfornando il modesto (a causa del ridotto numero di tracce le quali sono solo 9) Flesh Tone, anticipato dal singolo Acapella. Ho deciso di procurarmi questo lavoro ed esaminarlo da cima a fondo. Una missione semplice, data l'esiguità delle canzoni presenti nell'album. Ebbene, sono rimasto profondamente e personalmente colpito da questo disco. E posso esprimere la mia originale opinione? Di scontato e già sentito c'è ben poco, delle varie GaGa e Ke$ha e altre pseudo-elettroniche non è presente la minima traccia. Brava Kelis, e permettemi una citazione di Marcello Cesena che interpreta Dr. House in Mai Dire..., "gnocca e creativa". Yes.

Partiamo dal primo singolo Acapella, che, sinceramente, al primo ascolto non mi ha infuso granchè (opinione recentemente mutata). Canzone prodotta da Guetta ma altola! Non è la solita Love Is Gone con il solito sample iniziale campionato in moltissime altre canzoni sue e di altri (Black Eyed Peas). Non è Sexy Bitch. E' qualcosa di totalmente diverso. La tipica euforia dei beat elettronici e dei sinetizzatori qui è particolarmente moderata. Una traccia techno-trance-electro molto originale che non oscura e affievolisce la calda voce della Kelis,, e a dir la verità, poco modificata e distorta.

Favolosa è 4th Of July (Fireworks), la quale, benchè inizi a ingranare verso il minuto e mezzo, è un tripudio elettronico-dance squisitamente valido. Di Guettiano non c'è nulla, anche perchè alla produzione del brano c'è Dj Ammo, che nonostante sia sconosciuto alla mia persona ne riceve comunque degni complimenti. Bravo.

Come ho detto, purtroppo ci sono solo nove tracce quindi c'è ben poco da recensire, ma quel che c'è è degno di menzione. Valide sono dunque Scream, Brave e 22nd Century. In Scream la bella Kelis riesce anche a rappare (se così si può dire) su un potente ma non confusionario beat elettronico/house prodotto da Guetta e dai Tocadisco. Ancora più elettronica e trance è 22nd Century che mi ricorda a grandi linee Get Together della Ciccone.

Non è una novità (l'aveva, per esempio, già realizzato Madonna in Confessions On A Dance Floor), ma l'album di Kelis presentà una particolarità: le tracce sono tutte unite tra di loro nel senso che qualsiasi brano (tranne naturalmente il primo e l'ultimo) è legato all'altro tramite l'inizio presente alla consclusione di esso della melodia del successivo, al fine di creare un tour-de-force non stop di musica danzereccia. Ottima idea. Mi sembra che altri artisti Guettiani non ci abbiano pensato nei loro rispettivi lavori. O no?

Le uniche note leggermente stonate sono la traccia iniziale Intro e il brano conclusivo Song For The Baby, a mio dire più deboli rispetto al resto dell'album. In particolare Intro non è un vero e proprio Intro data la sua lunghezza eccessiva per esser tale. Note stonate ma che non indeboliscono il lavoro in sè più di tanto.

Lavoro valido, originale, diverso dalla massa conformista e poco originale pseudo-Guettiana e pseudo-GaGa. Niente pop banalotto e scontato, condito solo con qualche sprazzo di beat e con qualche distorsione pesante e penosa. La sperimentazione c'è e si vede. Ora, voi DeBaseriani feroci e mietitori di vittime, vi chiedo una piccola cortesia: ascoltate l'album prima di esprimere un giudizio valido. Dare aria ai vostri bei denti senza aver minimamente preso in considerazione l'idea di ascoltare questo disco è più inutile e triste che seccante e ciò vale per qualsiasi recensione, non solo la mia. E non fermatevi davanti alla copertina anteriore: l'abbigliamento della gnoccolona Kelis decisamente eccentrico e molti penseranno di matrice Gaghiana non è la reale rappresentazione dell'album in sè. Grazie per l'ascolto.

Track List:

1. Intro

2. 22nd Century

3. 4th Of July (Fireworks)

4. Home

5. Acapella

6. Scream

7. Emancipate

8. Brave

9. Song For The Baby

Voto complessivo: Kelis, Flesh Tone. 8½

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