Ho scoperto questo gruppo per caso qualche anno fa, durante un concerto, ma non è in quell'occasione che ne rimasi colpito: fu solamente dopo l'acquisto di un loro album (CD*01, del 2002) che iniziai ad apprezzare veramente e intensamente questa band proveniente da Padova.
Trattasi di un progetto nato ormai quasi dieci anni fa, che dopo svariati cambi di formazione e abbandoni si ritrova dal 2004 ad essere un duo formato da Walter alla chitarra e voce e Anna alla batteria. Il primo, guarda caso, è impegnato anche in veste di chitarrista nei Putiferio, nuovo progetto dell'onnipresente Giulio Ragno Favero, che tra l'altro risultava aver partecipato anche alla registrazione del già citato "CD*01" (ecco svelato il mistero).
L'etichetta di registrazione è ancora una volta l'anconetana Sweet Teddy Records, la quale aveva già collaborato all'uscita del precedente lavoro dei Kelvin, un doppio cd che raccoglieva una ristampa del materiale della band, e il lavoro da solista del "frontman" sotto il nome Woolter.
Ecco allora venir fuori nel 2006 questo strano album: strano sia nel formato, dal momento che si tratta di un mini cd 3", sia nella sostanza, trattandosi di quattro canzoni al vetriolo. Registrato in analogico in un solo pomeriggio, "8x8" sono sette minuti di pura follia e rumore. Chitarra tagliente e dai suoni metallici che ricorda non poco i Rapeman di Albini, batteria pesante ed essenziale, suonata senza dover per forza impressionare (per bravura, non per cattiveria). Il risultato è un noise-core d'annata, quasi delirante e un po' estremo nella sua sguagliatezza.
La prima traccia, "Me So Ciamà Pentio", parte con un pezzo tratto da "La Classe Operaia Va In Paradiso", film con Gian Maria Volontè, e già viene da chiedersi dove ci si sia imbattuti: tempo trenta secondi e si comincia a martellare, chitarra spedita e batteria al seguito. Si passa poi al secondo pezzo, A Coa Del Musso, un tantino più garage e accompagnato dai fremiti del cantante; "Hey" sembra una canzone dei Karp sotto effetto di allucinogeni, mentre la conclusiva "Scusa Se Me Peteno" è un altro episodio di pura follia e misticismo riassunto alla perfezione dal pezzo tratto dal film "Strade Perdute" di David Lynch, aggiunto proprio alla fine della traccia come sottofondo.
Tanto cinema, quindi, è presente in questo mini album, ma soprattutto tanto rumore e tanta pazzia, che fanno di questo duo una bella scommessa dell'underground italiano.
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