"Arduo era per le parole di dolore prender forma,
spezzare i legami che ci vincolano.
Ma ancor più arduo sopportar l'onta
delle catene straniere che ci legano.
E così dissi: la valle nella montagna cercherò
al mattino presto per aggiungermi ai coraggiosi uomini uniti,
mentre dolci venti scuotono l'orzo
" (Robert Dwyer Joyce).

Il vento di Ken Loach accarezza l'erba intrisa di sangue dei partigiani irlandesi degli anni 20, durante la lotta per l'indipendenza prima e la guerra civile scoppiata successivamente.

Indipendenza proclamata dai rappresentanti del Sinn Feinn che, democraticamente eletti, avevano formato il governo in patria, anzichè presentarsi dinanzi alla Regina, con ciò scatenando le ire monarchiche di coloro che erano abituati a pensare che l'isola fosse una loro proprietà.

Il sangue di molti giovani uomini e donne, spesso nemmeno maggiorenni, colora le colline e le montagne in cui cercare protezione ed, allo stesso tempo, preparare la resistenza e, quindi, combattere il giogo oppressivo della dominazione inglese perpetrata attraverso la brutale violenza del loro braccio armato, i Black and Tans, con una crudeltà tale da stupire lo stesso Goebbels che si convinse addirittura a produrre un film sull'argomento, anche se con chiari intenti demagogici antibritannici.

La libertà è l'ideale supremo, quello per cui passa tutto in secondo piano, l'amore, gli affetti, la carriera, la vita stessa. Di fronte al raggiungimento dell'indipendenza, non c'è tortura che tenga. Nessun dente sradicato, nessuna unghia divelta o calcio nel basso ventre può attutire la forza d'animo con cui si lotta per l'ideale. I Black and Tans potranno distruggere case, stuprare donne, seviziare vecchi e ragazzi, non importa. Il cuore degli oppressi continuerà a pulsare con sempre più veemenza, anche dopo la morte, sino alla vittoria.

Il film, palma d'oro a Cannes l'anno scorso, ci racconta della sofferenza delle popolazioni soggiogate dagli aguzzini colonizzatori, con tutto ciò che di più spietato ne consegue. Sofferenze filtrate attraverso le gesta di due fratelli, Damien e Teddy, uniti nella guerriglia sino alla dichiarazione con cui gli inglesi nel 1921 affermarono l'autonomia del paese a delle condizioni che, però, Damien reputava inaccettabili perchè dagli accordi si tagliava fuori l'Ulster e perchè, in definitiva, non si realizzava l'effettiva svolta in senso repubblicano auspicata e voluta dalla maggior parte della gente.

Teddy, al contrario, incarnava quell'Irlanda che credeva che la Repubblica si dovesse raggiungere a piccoli passi ed attrevarso un periodo di transizione e compromessi. Un amore comune, ma posizioni diametralmente contrastanti sul modo di conseguirlo: continuare nella lotta o venire a patti e, dunque, trattare con l'aggressore?

Il vento sferza il manto erboso delle colline nella cui terra riposano i patrioti ammazzati per la libertà. Lo stesso vento che soffiava sulle montagne italiane o che soffia tra le macerie della West Bank. Il vento che aleggia in tutti quei posti in cui il cuore continuerà palpitare sempre più forte e senza mai arrestarsi.

 

 

 

 

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