Senza troppi giri di parole, "To Pimp a Butterfly" potrebbe tranquillamente essere il miglior disco (mainstream) degli ultimi 15 anni.
In un panorama sempre più saturo di artisti che fanno uscire lavori più o meno validi come quello dell'Hip-Hop, questo disco di Kendrick Lamar rappresenta la perfezione con cui ogni artista Rap, dal 2015 in poi, deve inevitabilmente confrontarsi se vuole ambire al trono di "Re". (termine che ricorre spesso nei testi di Lamar). Questo disco rappresenta uno spaccato enorme di tutta la cultura Black afro-americana. Dal sound che mischia Hip-Hop, Jazz e Soul in maniera a dir poco magistrale ai testi pregni di impegno sociale e contraddizioni dell'autore, che si ferma a ripercorrere la strada della sua vita. Dai suoi primi amori alle sue prime influenze musicali (Michael Jackson in primis), fino a quello che sarà il suo futuro...che risulta essere,almeno dal suo punto di vista, estremamente incerto. Ma per spiegare questo, facciamo un passo indietro. Durante le composizioni di questo disco, Lamar fece un viaggio in Africa alla ricerca delle sue origini "nere", e durante questo viaggio ha fatto tappa nella leggendaria cella che tenne prigioniero Nelson Mandela. Ed è qui che arrivano tutti i suoi interrogativi...Mandela, Malcolm X, Tupac Shakur, Michael Jackson...Gente diversa con in comune il fatto di essere icone e punti di riferimento per una intera cultura, cultura di cui Lamar fa parte e sa di dover succedere a loro. Ma quando queste persone si sono trovate nei guai, i loro cosiddetti seguaci si sono tirati indietro, gli hanno puntato il dito. E questa paura si riflette sul Rapper di Compton ("Se il governo volesse farmi fuori e mettesse della cocaina nella mia macchina, mi vedresti come un drogato o mi chiameresti ancora K-Lamar?").
Le liriche dell'intero disco sono un tripudio di domande, incertezze, contraddizioni e paure del futuro con un occhio al passato...quel passato che ha visto Kendrick crescere nel ghetto di Compton, tra rivoluzioni control'odio razziale e violenze dovute alla povertà. Kendrick ne è uscito pulito...Fedina penale immacolata, non beve e non si comporta da Gangster. Queste liriche si muovono tra suoni che rimandano ai vecchi pub jazz fumosi, con un uso formoso del sassofono e giri di basso ipnotici e rilassanti.
Pharrell Williams, George Clinton, Dr.Dre, Thundercat, Snoop Dogg...sono solo alcuni dei mitici nomi che hanno preso parte nei lavori di questo capolavoro totale del Mainstream.Non parlerò delle singole tracce, voglio che un eventuale elttore di questa mia semplice recensione ascolti incuriosito ogni pezzo senza saperne nulla, come ogni prima volta che si rispetti. Fatto sta che Kendrick ha fatto centro, il disco è un capolavoro che potrebbe far ricredere molti detrattori dell'Hip-Hop. Da ascoltare...almeno una volta nella vita.
"I remember you was conflicted..."
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