Nell'agosto del 1999 mi trovavo con mio padre a Rockville (a pochi chilometri da Washington D.C.), e lui, essendo un maniaco di musica come me mi portò in un buco di negozio che vendeva a prezzi stracciati cd usati.
Rovistando con alto tasso di salivazione m'imbattei nei Kent. Avevo sentito solo una loro canzone "If You Were Here" che mi era parsa subito bella: voce raschiante, ma capace anche di raggiungere tonalità alte e chitarre a comporre il più classico dei wall of sound.
"Se mi va male", mi sono detto, "avrò acquistato l'ennesima copia degli Oasis con il vantaggio di averla pagata poco".
Inserito il cd nel lettore, "Lifesavers" mi ha avvolto da subito riportandomi al sound di Airbag-My Iron Lung dei Radiohead, ma stavolta la voce era solo in falsetto e le chitarre erano "aspre" come succo di limone.
Poi è stato il turno di "Things She Said" e... "Cazzo, questi sono i Verve di Sonnet, anzi... questi sono meglio dei Verve di Sonnet!"
Venuto il momento della ballata "Unprofessional" gli U2 di Ultra Violet erano l'unico riferimento musicale a cui accostare quel ritmo romantico e quella voce unica nel suo timbro vocale, e nel suo incedere malinconico: il perfetto punto d'incontro tra quella di Thom Yorke e quella del buon vecchio Billy Corgan (meglio di così proprio non riesco a descriverveli).
Il mio cervello era impazzito: tutto il meglio del rock inglese anni novanta in sole appena 4 canzoni; questi tizi avevano assorbito tutto ciò che di bello poteva offrire la musica qualche anno prima e avevano rielaborato il tutto aggiungendoci un nonsoché di estremamente triste e un nonsoché di freddo, candido come la neve... svedese.
Sí porca miseria, sono svedesi! Ecco perché tanto freddo, tanto bianco, tanti sospiri dell'anima nelle loro canzoni.
Andando avanti coi giorni, il cd ha cominciato a farmi letteralmente "viaggiare" e mi ha accompagnato al meglio nella mia estate americana.
I testi sono letteralmente belli e poetici nel senso più pulito del termine come non se ne sentono più nell'attuale scena rock: forse fare il nome di Jeff Buckley è troppo, però siamo quasi lí ragazzi... PROVARE PER CREDERE!!
Piccola curiosità: i Kent sono un gruppo che scrive tutto un album in svedese per poi adattare la musica in seguito ai testi rielaborati in inglese dal cantante Joakim Berg e se l'album in svedese vende, entra in commercio anche quello in inglese: per i primi due album è andata bene. Speriamo così anche per il futuro.
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