La prima volta che ho ascoltato "I Do What I Do" sono rimasto letteralmente affascinato dalle produzioni di Kev Brown e dalla sua notevole classe, messa a servizio di un progetto che contribuisce a portare freschezza e vigore al panorama Hip Hop degli ultimi anni.
32enne producer ed mc originario del Maryland, dotato di un'innata raffinatezza, nonchè di un ottimo bagaglio tecnico, inizia nei primissimi anni del 2000 con collaborazioni importanti che gli faranno acquisire spessore ed esperienza per gli anni a venire. Proprio nel biennio tra il 2001 e il 2002 inizia a concretizzarsi la fama del nostro, dapprima con il featuring in "What Ruling Means" su "Re-Entry" di Marley Marl (....e scusate se è poco) , la produzione di "Special" per "AOI:Bionix" dei De La Soul, poi con la presenza in "The Magnificent" di Dj Jazzy Jeff con ben 7 traccie, che gli porteranno tra l'altro l'ingresso nel team di produzione del dj di Philadelphia, (A Touch Of Jazz), fino alla definitiva consacrazione con il remix del "Black Album" di Jay-Z, denominato per l'occasione "The Brown Album", del 2004.
Lo stile di produzione di Brown lo ha portato spesso ad essere accostato a personaggi di un certo calibro, come Pete Rock, Dj Spinna o Jay Dee (Rip), paragone non così tanto azzardato, viste le molteplici affinità con i suddetti mostri sacri.
Produzioni Soulful intrise di Jazz, groove intensi, bassline calde e profonde, gli elementi principali che caratterizzano le sonorità di Kev Brown e del suo collettivo "Low Budget Crew", composto oltre che da lui, da gente che stà iniziando a farsi apprezzare anche al di fuori dell' underground, come Kenn Starr, Kaimbr e Oddisee.
"I Do What I Do" è un disco ispirato, a tratti sublime che riesce a trasportare l'ascoltatore nelle sue atmosfere intense, che si rifanno per certi versi alle sonorità in auge nella New York di metà 90. Un lavoro preciso e attento, dove già dalle prime battute prendiamo confidenza con le abilità di Kevin, come in "Say Sumthin", singolo di apertura, composto da un 4/4 classico scandito da un raffinato giro di piano. "Outside Lookin" con una profonda linea di basso ci introduce a quelli che sono i due gioielli del disco, ovvero "Work In Progress" e "Struggla's Theme", con featuring di Grap Luva, un beat assurdo dove il flow pacato dei due mc's si sposa alla perfezione con le batterie spesse e l'atmosfera quasi onirica del pezzo. Manifesto di quello che è il Brown's Style. (Stilosissima). Bellissime "Hennessey" pt. 1 e 2, la prima vede la presenza al mic di Kenn Starr, che con il suo stile asciutto e lineare ci accompagna nelle sonorità cristalline create da Kev, nella seconda invece troviamo i vocalist Soul Eric Roberson e Wayna, in quella che è la traccia dal sapore ReB.
Si passa poi al Rap più genuino in "Keep On" e "Hold Fast", dove con il suo personalissimo gusto, Brown ci riporta ai fasti della Golden Era, per tornare a sognare in "Albany" e arrivare all'altro capolavoro del disco, "Life's A Gamble". Da segnalare anche "Always" (stupenda, già presente in "Class In Session" di Pete Rock e 9th Wonder del 2003) e la hidden track (occhio che spacca).
A conti fatti "I Do What I Do" è un gran bel disco, compatto lineare e coerente con se stesso, che non porta nessuna particolare innovazione, ma che ci regala la consacrazione di un artista dotato di grandi numeri, il cui sentiero sembra già spianato per portarlo tra non molto nell'olimpo dei più grandi. Da non perdere assolutamente.
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