Uno dei trend più invadenti di questo periodo per quanto riguarda l'universo cinematografico e televisivo sono i prodotti "revival". Tutto ha avuto inizio da quella gran bella serie tv che è "Stranger Things", una serie che ripesca letteralmente ogni possibile clichè degli anni '80 rivitalizzandolo con le moderne tecnologie mantenendo però invariata il più possibile quell'estetica pop che appartiene ormai a quel passato preciso.
"Sranger Things" è divenuto un successo inaspettato per Netflix e oltre all'essere già un classico del piccolo schermo ha anche generato una serie di film e serie tv che omaggiano a loro volta gli anni '80 e '90. La maggior parte di questi prodotti, pur non eccellendo come ST, restano comunque senza infamia e senza lode; tuttavia si avverte la mancanza del classico "tocco" del regista o dell'ideatore di turno.

Poi c'è "Super Dark Times"; un film che non si è filato quasi nessuno, manco per sbaglio. Del resto la trama, a una prima lettura svelta, sembra molto in linea con i prodotti che scopiazzano ST: un contesto storico nostalgico, amicizie alla "stand by me", citazioni a film\fatti\giochi dell'epoca e così via. La poca pubblicità data a questo film di sicuro ha influito sulla ridotta visibilità riservata ad esso, inoltre il riassunto della storia, la quale lascia presagire a un altro dramma giovanile come tanti, non rende appieno quei molti spunti interessanti che in reatà contiene al suo inerno agli occhi di un binge watcher netflixiano.

Ecco, io non sono esattamente un malato di binge watching e simili nè mi interessa più di tanto sorbirmi tutte le serie tv del globo solo per fare il figo con gli amici che hanno Netflix, però adoro gli anni '90. Adoro quella natura "indie" che intacca la musica, i film e l'immaginario collettivo di quel decennio, cosa che secondo me manca ai più blasonati anni '80. Questo mi ha portato quindi a guardarmi "Super Dark Times" per puro svago, senza aspettarmi chissà quale capolavoro, soltanto per quel rimando nostalgico agli anni '90 che si intuiva già dal poster del film.

Per cominciare quindi "Super Dark Times" non vuole assolutamente fare la mossa nostalgica à la "Stranger Things": le citazioni varie ci sono, ma non ricoprono l'intero film: piuttosto fanno solamente da "sfondo" alla vicenda, che inizialmente si presenta come una classica storia drammatica, ma che col passare dei minuti sfocia sempre più nel thriller psicologico. "Super Dark Times" perciò ripara in primis un difetto che ha intaccato più o meno tutti i prodotti post-ST: avere storie, situazioni e personaggi scopiazzati da altre opere già esistenti e reinserirli in un contesto moderno, dunque un omaggio più che un qualcosa di veramente nuovo e interessante. SDT si focalizza sui protagonisti e lascia che gli anni '90 restino un semplice contesto storico che al massimo influisce sui dialoghi e sui rapporti sociali tipici di quei tempi.

Il regista preferisce quindi concentrarsi sulla psicologia dei due personaggi principali: Josh, un ragazzo introverso e tranquillo e Zach, più estroverso e sboccato. All'inizio li vediamo come i classici teenager che si incontrano tutti i giorni a scuola o con le comitive, eppure un evento molto tragico cambia completamente la loro vita e la loro amicizia.
Non posso raccontare il fattaccio causa spoiler, vi basti sapere che con un dramma così grande non si può convivere per sempre come se nulla fosse: ed è a questo punto che Zach deve fare i conti con il cambiamento radicale di Josh, che per "nascondere" il suo disagio inizia a mutare profondamente il suo carattere, benchè scelga di rimanere misterioso agli occhi degli altri.

Nel corso della vicenda sono stati inserite anche alcune sequenze oniriche riguardanti gli incubi di Zach che per un regista alle prime armi, devo dire sono state realizzate davvero bene, incluso il rimando\omaggio ad Antichrist (la scena di sesso nel bosco che appare circa a metà film). Dal punto di vista registico il film rispecchia in pieno l'estetica indie di registi dell'epoca: la cittadina è una classica Twin Peaks che però viene inserita in una storia adolescenziale che è più il ritratto di quell'epoca, quindi realista e asciutta dal punto di vista estetico piuttosto che una fiction fantastica o fantascientifica à la Twin Peaks o X files. Non aspettatevi Lynch, piuttosto un prodotto stile Larry Clark e Harmony Korine, un contesto realistico spezzato solamente da un paio di sequenze leggermente sopra le righe (incluso il finale) ma ugualmente funzionali al racconto.

La regia riesce così a inquadrare i disagi tipici di un teenager del periodo unendo le prime cotte, le amicizie e la scuola con una storia di stampo thriller che va ad intaccare ognuno di questi aspetti quotidiani finendo per danneggiare i rapporti dei due personaggi principali. Tutto ciò viene unito da una colonna sonora originale davvero ottima e anche una serie di brani adolescenziali tipicamente alt-rock e punk presenti nella pellicola. Di nuovo, non pensate a questi rimandi come un qualcosa di essenziale ma di omaggi inseriti senza imporsi sulla genesi della storia principale e funzionali solamente al voler inquadrare meglio il periodo storico in cui si svolge il tutto.

Super Dark Times quindi si è rivelato un dramma eccezionale e ingiustamente bistrattato, figlio di quei film a stampo giovanile come "Kids" che semplicemente raccontano la realtà senza enfatizzare troppo il contesto in modo "hollywoodiano". Inoltre il regista riesce nell'intento di aggiungere personalità al film con una serie di scene memorabili che spezzano il realismo terra-terra del contesto e lo rendono un prodotto a suo modo interessante e "d'autore". Consigliato caldamente se possedete Netflix o se andate matti per gli anni '90, oltre che per la sua buona scorrevolezza e il suo enigmatico finale.

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