Seguo questo mio percorso religioso tracciato mio malgrado da una serie di mie recensioni precedenti per parlarvi di un film abbastanza diverso, originale e spiazzante al tempo stesso che, all’epoca della visione, mi fece quasi gridare al “capolavoro”.
Film eclettico e quasi “fumettistico” per l’enorme mole di parodia e satira presente praticamente in ogni scena, questo “Dogma” (2003) del giovane regista Kevin Smith è un film a suo modo coraggioso per come riesce a trattare temi delicati e complessi dal punto di vista teologico, umano e religioso, affrontandoli cioè con mano leggera e felice al tempo stesso e trattando la storia con un taglio da commedia, evitando di nascondersi dall’esporre le sue teorie non convenzionali e per molti versi bislacche su tematiche forti come L’Avvento, il Giorno del Giudizio, Paradiso e Inferno, la figura del Messia e, udite udite, la sessualità di Dio. Il tutto in un gioco continuo di battute ambigue, giochi linguistici (ottimamente tradotti), doppi sensi e citazioni da cinefilo maniaco quale il regista è (vi ricordate la saga della coppia 'Jay & Silent Bob'?).
Insomma, ce ne sarebbe abbastanza per gridare alla scomunica da parte dei nostri Paladini Supremi del cattolicesimo più intransigente ma, il segreto, o l’astuzia che dir si voglia, dell’autore e del suo team è stato quello di trattare i temi religiosi come ci trovassimo in un grande fumettone, con stereotipi molto grossolani e spesso macchiettistici, togliendo ogni dubbio sul fatto che “si sta solo scherzando” facendo così digerire l’enorme mole di sarcasmo dissacrante (contro una certa chiesa e sulle false divinità qui si va a nozze!) che pregna ogni singolo fotogramma di quest’opera che, a mio avviso, rappresenta una voce fuori dal coro, nella vasta gamma di film a carattere religioso o pseudo-tale.
In sintesi si parla di due angeli stralunati e un po’ idioti (splendidamente interpretati da Ben Affleck e Matt Damon, ben diversi dalla dimensione aurea con cui sono sempre stati raffigurati gli angeli) che per uno strano errore del destino cadono sulla terra, nel Wisconsin americano e escogitano ogni trucco per potersene ritornare in Paradiso anche se due improbabili profeti e un redivivo 13° apostolo (!) faranno di tutto per impedire il loro ritorno. Sfrutteranno un’antica profezia divina per scatenare l’Inferno sulla terra con mille colpi di scena e battute davvero “acide” (al limite della blasfemia!) pur di ottenere il loro scopo.
Film sacrilego ma in molte parti esilarante sopra ogni limite nel confondere i piani tra il sacro e il profano (alla proiezione fece scandalo la figura di DIO visto come una femmina un po’ svampita interpretata da Alanis Morisette), dove il taglio da “Novelli Super eroi” e i travolgenti effettoni speciali fa spesso credere di trovarsi davanti alla visione di un filmone Marvel in piena regola, mentre ti aspetti di veder sbucare Superman o L’Uomo Ragno da un momento all’altro (non dimentichiamoci che il regista nasce come autore di fumetti ai quali ha dedicato gran parte della sua attività professionale prima di passare al grande schermo!).
Film eccessivo, sprezzante, esagerato, politicamente scorretto, a tratti grossolano e sopra le righe, che ha qualche momento di stanchezza per l’eccesso di “messaggi” che il regista si ostina a elargire, ma che non può che piacere a chi dal cinema ama essere meravigliato e stupito da cose finalmente originali e non viste e riviste.
P.S. Piacerebbe perfino al mio collega Lesto BANG: ne sono arci-sicuro!
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