Questa recensione la voglio dedicare a Mementomori che, nel caso non conoscesse ancora questa band (cosa sulla quale nutro seri dubbi), di sicuro l'apprezzerà molto.

Solo dalla mente di uno come Steven O'Malley poteva nascere una creatura come i Khanate: per chi non lo conoscesse si tratta del tizio che sta dietro a progetti come Burning Whitch, Sunn O))) e altri meno estremi ma sempre legati al Doom (Thorr's Hammer).

Può darsi che molti di voi non abbiano nemmeno una vaga idea di quale sia la musica proposta da tutti questi gruppi quindi, oltre a rimandare alle rispettive recensioni presenti su questo sito, vi dirò in due parole di cosa si tratta. Premetto di non conoscere bene i Burning Whitch quindi mi limiterò a parlare dei Sunn O))), progetto con cui questi Khanate hanno in comune ben più che il solo fondatore. Il genere proposto prende il nome di Drone o Drone Doom, parola che tradotta significa "vibrazione"; il termine non è di fantasia, bensì dato dalla sensazione che si prova ascoltando la musica, le cui frequenze sono tanto basse che si avverte quasi solo, per l'appunto una vibrazione.

Per ulteriori approfondimenti, potreste risalire ai capostipiti del genere, gli Earth, band che personalmente non apprezzo più di tanto, o ad altri complessi quali Moon D))) (che scimmiottano fin dal nome i Sunn O)))), i Methadrone, i Black Boned Angel e di sicuro molti altri che nemmeno conosco.

I Khanate, pur avendo molti punti di contatto con il Drone (specialmente nell'omonimo esordio), non sono mai stati includibili nel genere; il Drone puro infatti, non ammette la presenza della voce né della batteria, due elementi che, a modo loro, sono colonna portante dei Khanate. Il tipo di musica proposto potrebbe pertanto essere definito Doom, ma di certo sarebbe un'etichetta veramente superficiale; i pezzi sono ben più lunghi di quelli Doom tradizionali (fino a venti minuti), la melodia è totalmente assente, la voce è in Scream, le tematiche trattate sono diverse e soprattutto il modo di comporre le canzoni è completamente diverso. Tutto questo per dirvi che i Khanate ricordano il Drone, ricordano il Doom ma alla fine della fiera fanno un genere tutto loro.

Hanno esordito nel 2001 con "Khanate", dopo di chè, nel 2003, è la volta di questo "Things Viral", cd che presenta qualche differenza con il precedente; è infatti quasi assente l'influenza dei già citati Sunn O))), le composizioni sono più frammentate e più piene di silenzi. Il silenzio, avete capito bene; il silenzio è un elemento fondamentale nelle canzoni dei Khanate che intervallano i monolitici accordi con interminabili pause e silenzi surreali.

Le accordature, anche se può sembrare strano, non sono bassissime e ben lontano dai pochi Hertz dei cugini Sunn O))): sono accordi leggermente dissonanti ma mai pesanti, mai distruttori: a distruggere ci pensa la voce. Raramente ho sentito una voce tanto strozzata (forse solo nei Silencer), graffiante ed esasperata come quella del nostro uomo; se poi nel contempo si leggono anche i testi,si arriva a capire il grado di disagio e di disperazione che questo progetto vuole trasmettere. L'obbiettivo pare proprio essere la devastazione, la polverizzazione di ogni speranza, di ogni certezza, di ogni ricordo. Resta solo l'indecisione, quello che gli antichi greci chiamavano "amekanìa" cioè l'incapacità di agire, l'impotenza, la catatonia. Forse "Things Viral" è la sigla di un disastro.

In alternativa può essere una pagina piena di appunti e di pensieri, uno di quei fogli bianchi senza righe né quadretti, quelli in cui scrivi le parole in ogni angolo e sono tutte storte le une rispetto alle altre.

Pensieri e note sono separate da insondabili sospensioni, da respiri, da grida; niente però è triste. E' tutto astratto, minaccioso ma metafisico, una rovina talmente grande da essere inaffrontabile e in un certo senso, quasi appartenente ad un altro mondo. "Things Viral" non è un momento travagliato, bensì la fine disastrosa di un momento travagliato: forse è per questo che risulta catartico e dopo qualche minuto passato col fiato sospeso e il batticuore, si entra nell'ottica di idee di chi ha le spalle al muro, di chi non ha più niente da perdere. I colpi di batteria rimbombano, a volte invece si fanno secchi come frustate, a volte sono accompagnati da colpi sui piatti quasi ipnotici. Insieme alla sezione ritmica, la chitarra mette in piedi la scenografia per la voce, in altre parole prepara la scena. Il silenzio fa il resto e il risultato è uno dei prodotti più estremi, malaticci e pesanti da mandare giù che si trovino in circolazione; se il Drone, senza voce né batteria, può quasi sembrare il fratello "nero" dell'Ambient, la musica dei Khanate non ha niente della musica d'ambiente e risulta infinitamente meno cupa del Drone e perciò più "verosimile".

Credo che chiunque ami la musica estrema (non solo metal, sia ben chiaro, anche musica come quella dei Suicide o dei Coil) dovrebbe dare un ascolto ai Khanate, in particolar modo all'esordio e a questo "Things Viral"; pur non facendo cose nuovissime (i gruppi che ho citato poco fa facevano cose simili venti anni prima), le fanno con una disperazione tanto amara e martellante che rimpiangerete "Frankie Teardrop".

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