Una volta deciso di dedicare una recensione a questo grandissimo chitarrista mi sono chiesto più di una volta da che parte cominciare... un punto di dubbio ed indecisione legittimo, che avrebbe potuto cogliere una qualsiasi persona, lasciandola brancolare nel buio per un tempo non troppo breve a chiedersi quale sarebbe stato l'argomento giusto con il quale iniziare.

Il chitarrista di San Paolo ha militato di fatti per tutta la durata della sua, più che decennale, carriera nel gruppo power metal brasiliano degli Angra, lasciando stagnare la sua creatività ed il suo personaggio in un circolo vizioso fatto di luoghi comuni, l'immaginario collettivo degli estimatori del combo sudamericano o di chi semplicemente ha avuto modo di conoscerli non avrebbe mai potuto neanche lontanamente pensare che kiko avrebbe partorito, dopo l'oscuro e cattivo "Aurora Consurgens" di casa Angra, un gioiellino di musica jazz/rock e latina così raffinato e colorito come "Universo inverso". Gli stessi estimatori avevano già strabuzzato gli occhi un anno prima ascoltando un'opera rock metal strumentale così complessa ed articolata, ariosa e ricca di tocchi di classe comne "No gravity". Era evidente e palese quindi che kiko ha un talento per la musica, è un grande chitarrista; mago del tapping dell sweep picking, solista veloce e pulito lo è sempre stato, ma il momento in cui non è più uno come tanti è quando lavora da solo.

L'argomentazione giusta dalla quale cominciare credo sia proprio questa, mettere in risalto le doti di un musicista in parte nascoste ed annacquate per tanti anni, che vengono a galla in maniera più completa e "disinibita" solo con l'ascolto di questi lavori solisti più liberi e spontanei. "Full blast", l'ultima fatica del piccolo grande mago delle sei corde ricalca in maniera evidente le orme di "No gravity", riproponendo in grandi linee lo stesso sound si direbbe un vero e proprio proseguo di quanto già sperimentato in quest'ultimo; ritroviamo quindi un ottimo lavoro di orchestrazioni e sovrapposizioni di chitarre, ritmi dinamici ed arrabbiati che si incastrano a tempi decisamente latini sfumando sempre più verso le sonorità della madre patria di kiko fino a regalarci delicati e sognanti intermezzi in "Desperado" ed "Headstrong". Lo speed-power "Cuttin edge" toglie il fiato dalla prima all'ultima nota, le sonorità sudamericane ci abbandonano per lasciare spazio ai richiami neoclassici ed a quella "retorica" tipica degli Angra che ha fatto scuola nel metal made in usa. Ancor più retorica è la ballatona "Excuse me" e per tornare a leccarsi i baffi dovremmo aspettare la divertente "Se Entrega Corisco"; tra i migliori brani del disco troviamo la bellissima e "Clirvoyance", dove il nostro rinuncia finalmene a tecnicismi e velocità per dare alla sua musica toni più romantici, la sua chitara pizzica poche note piene di significato catapultando l'ascoltatore in un soave ed etereo sogno.

Per tutta la durata dei 54 minuti che compongono l'album si spazia quindi dal metal aggressivo al rock melodico, Kiko ama la sua terra e la sua cultura, non lo nasconde e lo espone apertamene, "Full blast" raggiunge forse per questo i livelli più alti quando è la terra di loureiro a farsi sentire con le sue ritmiche i suoi colori le sue melodie, come nella corta ed irresistibile "Mundo verde" eseguita da chitarre classiche e percussioni, o la metallica ed accattivante "Corrosive voices". Loureiro si esprime nuovamente in totale libertà e Full blast riesce a farsi amare fin da subito grazie all'ispirazione ed all'esperienza di un musicista da riscoprire, se non avete avuto ancora l'occasione di ascoltarlo in veste solista "Full blast" è un buon pretesto per farlo. Buon ascolto.

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