"Universo Inverso", ecco l'ultimo album del virtuoso brasiliano Loureiro nei panni di solista. Trovato casualmente quest'estate tra le varie curiose uscite, l'ho ascoltato con molto interesse e ho potuto rimarcare non poche novità introdotte nel sound dell'artista. Chissà perchè mi aspettavo un nuovo lavoro in puro stile Kiko/Angra, ma evidentemente mi sbagliavo di grosso; lo scontro tra "No Gravity" e "Universo Inverso" diventa inevitabile: provenienti dallo stesso genio, ma con sfumature totalmente differenti.
Vediamo nel dettaglio: le note del primo brano, "Feijao De Corda", sono molto catchy e zompettanti e vediamo emergere immediatamente l'uso del pianoforte, strumento che accompagnerà ogni brano del platter. Corde pizzicate con maestria e pianoforte accattivante renderanno piacevolissimo e rilassante l'ascolto di tutti e 11 i brani, caratterizzati da un orientamento molto Jazz fusion, cosa che potrà sorprendere abbastanza. "Ojos Verdes" è ancora più bella con quel suo incedere irresistibile, deciso e accattivante allo stesso tempo, mentre "Havana" mette in mostra una tecnica compositiva veramente vivace e brillante (d'altronde, da Kiko me lo aspetterei), a tratti caratterizzata da arpeggi di chitarra suggestivi seguiti da tappeti di pianoforte che accentuano il lato più romantico della musica.
Ma se vogliamo parlare di brani molto sentimentali e deliziosi, non abbiamo che da citare "Anastacia" e "Samba Da Elisa", dove nel complesso il pianoforte occupa praticamente l'70% dello spazio lasciando alla chitarra solo il semplice ruolo di contorno (e che contorno!), di cornice, un sostegno che seppure rivelandosi limitato è fondamentale per il mantenimento dell'originalità del cd, altrimenti senza di esso non sarebbe nemmeno di fattura-Kiko, non avremmo in mano neppure un buon lavoro come "Universo Inverso" e questo sembrerebbe un lavoretto jazz qualsiasi. Un brano che sfuma gradualmente verso un power contenuto sarebbe "Camino a Casa"; certo, non il power che intendiamo noi, quello di stampo ‘angresco', ma solamente un ombra di tutto ciò, solo una traccia di quello che era "No Gravity" nella sua grinta: un power piuttosto sbiadito, sotto tono, mischiato con la semplicità e l'improvvisazione propria del jazz. Ma è il jazz che ha contaminato il power, o il power che ha contaminato il jazz? Non saprei dire con precisione, ma poco importa, l'album è unico ed originale, forse con alcuni e trascurabili punti morti sparsi qua e là e che ad ogni modo non interferiscono più di tanto con la fluidità del platter.
Altri elementi curiosi (anche se già noti) sono i tratti folk, o comunque le classiche melodie carioca dei primi Angra. Ne è un esempio "Espera Ai!", l'ultima track, la più breve ma forse la più incisiva ed originale grazie alla chitarra acustica che danza a braccetto con con una tromba, senza l'intervento del pianoforte. Le altre tracce del cd sono pur sempre colme di passione nonostante non riescano a colmare quel senso di vuoto che un ascoltatore già a conoscenza dello stile di Kiko non può non notare: manca come già detto prima la forza di "No Gravity", mancano gli assoli bellissimi di brani indimenticabili come "Enfermo" e "Dilemma" e tanti altri che comunque brillavano per la loro tecnica. Ma non soffermiamoci troppo sui confronti, gustiamoci "Universo Inverso" per quello che è e lasciamoci toccare dalla genialità che il Loureiro ha saputo dimostrarci ancora una volta; in fondo è giusto che un talento come il suo abbia cercato di sperimentare nuovi orizzonti musicali, sorprendendoci e regalandoci musica squisita. Sarebbe stato molto peggio se avesse tentato di comporre un altro cd sulla falsa riga del primo, per poi sfornare una copia poco convincente, no? Ergo, un bel 4 pieno ed onesto a questo bell'album non glielo leva nessuno.Carico i commenti... con calma