Cantare in 25 minuti la disperazione del fallimento, l'angoscia per l'abbandono, la rabbia feroce e impotente per un cielo sordo e muto, inossidabile ed impermeabile al grido di chi chiede sollievo.

Con una furia senza pari questo quintetto californiano getta nella mischia questa purissima granata hardcore composta di 12 schegge avvelenate, acuminate, furibonde. Prodotto in modo fantastico da Kurt Ballou, il disco in questione propone un granitico hc/punk di scuola Chain of Strenght o Battery mescolato con quello di formazioni più cupe e pesanti tipo Ringworm, anche se il loro suono è originale e riconoscibilissimo. Quello che contraddistingue parecchio i Killing the Dream da tante altre hc bands è proprio questo senso di totale rassegnazione e abbandono al fallimento che è l'essenza stessa della vita (questo un po' il messaggio che trapela dai testi) ed una sorta di subliminale desiderio di morte come consolazione, come fine di ogni beffa e inganno.

Certo non è il massimo dell'allegria come messaggio e si discosta molto dai canoni tradizionali dell'hardcore che solitamente incita a combattere e non mollare mai (e c'ha fatto anche due palle così, dato che è diventata una retorica insostenibile - vedi tanti gruppi crust militanti -) e anche dai concetti portati avanti da alcune bands "cupe" tipo Ringworm o Integrity. Fatto sta che questo è un gran discone hardcore, di vero e proprio hardcore velocissimo, incazzato, pieno di stop and go, strillato dall'inizio alla fine da una voce disperata ed emozionante, senza sbavature metal o questo o quello, prodotto dalla meravigliosa Deathwish e con una grafica di copertina ad opera di Jacob Bannon stupenda (quando ci sono di mezzo i Converge è difficile sbagliare...).

Questo "In place apart" di 12 tracce è uscito nel 2005 e nel frattempo il gruppo ha rilasciato altri due album, "Fractures" nel 2008 e "Lucky me" nel 2010, sempre per Deathwish. Ottimi compagni di etichetta dei Killing the Dream sono i Lewd Acts, Pulling Teeth, Blacklisted, Cursed, formazioni hardcore che suonano con passione, cuore e cervello. Ed è molto bello che nel 2011 l'hardcorepunk sia ancora così sentito.

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