Domanda numero 1: "hai mai sentito Kimbra?" "Ehm... sì il nome non mi è nuovo, non è mica quella che ha il video con Gotye dove sono nudi e si colorano?" Corretto. Fin qui la risposta c'è sempre. Domanda numero 2: "Hai mai ascoltato qualcosa dal suo primo album appena uscito?". No. No e ancora no. Nonostante l'immenso successo di "Somebody that I Used To Know" (mezzo miliardo di visualizzazoni su Youtube!),pochissimi in Italia si sono preoccupati di sapere di più su quella ragazza dalla voce cristallina co-protagonista delle lamentele amorose di Gotye. Ho deciso quindi di provare a rimediare a quest'ingiustizia e di parlare di "Vows", album di debutto della cantante Neo-Zelandese.

Nonostante varie influenze da più generi (primo fra tutti il jazz), l'album è nelle coordinate del Pop. Questo comporta alcune comprensibili "limitazioni" (sebbene la cosa sia, ammetto, quantomai soggettiva). Innanzitutto i testi non si allontanano mai dal tema romantico, sebbene trattato più volte con una brillante ironia e un sensuale cinismo; il suono è estremamente pulito e infine non si può riscontrare un grande sperimentalismo. Tutto ciò non significa però che "Vows" non sia un album originale e estremamente fresco. Grazie alla sua enorme personalità, che nell'album si sente eccome, Kimbra sforna infatti musica di qualità altissima, come in ambito se ne sentono raramente. 

La cosa che si nota subito a un primo ascolto è la grande varietà dei brani e la totale assenza di riempitivi. Si passa dal Pop-jazz candido di "Cameo Lover" all'elettronica isterica di "Come Into My Head", per citare due possibili estremi, in una frequente rivisitazione del vintage in chiave moderna che dà fascino al tutto. Le musiche sono estremamente curate e pur rispettando spesso la struttura della canzone Pop, colpiscono per la varietà di suoni, arrangiamenti, soluzioni armoniche, strumenti e stili utilizzati. E' difficile stabilire quali pezzi sono effettivamente migliori di altri, tanto tutti sono diversi l'uno dall'altro e sempre molto studiati. E' in questi continui cambiamenti che la voce di Kimbra si mostra in tutta la sua bellezza come il vero punto di forza dell'album. Ciò che più impressiona di essa è la quantità di sfumature che sa ottenere: Kimbra passa dai sussurri alle urla, modificando continuamente il timbro con uno stile inconfondibile. Inoltre scrive cori estremamente elaborati, fa assoli vocali, usa in modo sapiente i loop... insomma (da vera cantante) configura la sua voce come lo strumento che fa da padrone per tutto l'album, senza mai perdere un colpo.

"Vows" non è di certo un album epocale, probabilmente non diventerà un classico e non ha creato nessun genere eppure all'interno dell'ambito Pop internazionale è così raro trovare un album di questo livello, che indubbiamente bisogna dargli attenzione. Consiglio anche la visione dei numerosi video su Youtube che mostrano la creatività della cantante nei numerosi (e davvero complessi) riarrangiamenti che fa dei suoi pezzi.

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