Qualche giorno fa, ho letto una recensione su Discipline, e ho notato la sue tantissime critiche negative (che in parte concordo anch'io). Così decisi di farne una mia. Scusate, ma prima dovrò dire la situazione dei King Crimson in quel momento: circa 7 anni (a partire dal 1981) il Re fece il suo capolavoro "Red", per poi sciogliersi.  In quel momento il progressive rock aveva perso il suo creatore, il suo migliore interprete. Ma nel 1981 ecco che ritorna, con una nuova formazione e approccio al prog. La formazione era la seguente: di quella precedente era rimasta (ovviamente) Robert Fripp, chitarra, e quella piovra di Bill Bruford, batteria. Ed ecco che arrivano i nuovi membri, entrambi americani: Robert Steven Belew, alias Adrian Belew, chitarra cantante e paroliere, che ha suonato con i Talking Heads e tra l'altro con Frank Zappa; ed infine Tony Levin, stick basso e cori, ovvero il bassista preferito di Peter Gabriel. L'approccio è totalmente cambiato: infatti si basa sui due chitarristi, che hanno qualità diverse:  tecnico e virtuoso (Fripp),  stralunato e distorto (Belew).  Il rapporto si basa sull'interazione fra chitarre, che assume: rete dialogale, dialoghi tipo "Botta e Risposta", sovrapposizioni ed incisioni.

Ed ora, dopo questa noiosa omelia, parliamo dell'album: con un intro di stick, ecco che inizia "Elephant Talk", in cui si mostra già la bravura della nuova formazione, con un pezzo molto frenetico, in cui Belew imita anche i barriti dell'elefante! Dopo "Elephant Talk",  è il turno di "Frame By Frame", a mio parere il pezzo più bello dell'album; parte subito con un dialogo chitarristico, in cui Fripp parte in una fuga virtuosa e Belew suona nel suo solito stile, poi il pezzo diventa più calmo e melodico, per poi ritornare come all'inizio. Le acque si calmano di seguito con "Matte Kudasai", un lento bello e rilassante, in cui predomina la voce particolare di Belew. Il delirio ricomincia con "Indiscipline", che inizia con una ballata caotica stile araba, per poi diventare un pezzo stile Zappa (si sente l'influenza di Belew, eh?). Il delirio continua con "Thela Hun Ginjeet" (anagramma di Heat in the Jungle), un pezzo molto ipnotico e tribale. Al momento giusto, ecco che arriva la strumentale "The Sheltering Sky", pezzo bello, ma a mio parere troppo sopravalutato: ovviamente Fripp si comporta molto bene, ma la persone sbagliano i termini  "Frippertronics" e "Suondscapes": nel pezzo no c'è ne nemmeno una! Se volete sapere cosa sono veramente, andate su http: //www. youtube. com/, cercate una delle due, e poi lo scoprirete. Scusate la polemica... Infine, la title track, altro strumentale che si basa unicamente sulla rete chitarristica che si instaura fra Fripp e Belew: bello,  ma un po' noioso, comunque sia termina molto bene. Senza dubbio, non è un capolavoro Discipline,  ma è a mio parere l'album più bello dei King Crimson anni '80.               

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