In tempi come questi pesantemente condizionati dal dramma quotidiano del famigerato "Corona Virus" mi è rivenuto in mente un album dei King Crimson del 2003 con una copertina assai significativa e, purtroppo, sinistramente vicina ai momenti attuali: sto chiaramente parlando di "The Power To Believe".

Senza troppo soffermarmi sulla storia avvicente quanto complessa che ha vissuto il gruppo del sempre geniale e immarcescibile Robert Fripp nelle sue varie fasi tra scioglimenti, reunion e via discorrendo, partiamo subito col dire che in questo lavoro la formazione si presenta con elementi di tutto rispetto: i vari Greg Lake e Pete Giles dell'originaria (e leggendaria) formazione del 1969, qui vengono rimpiazzati dall'ottimo chitarrista/cantante Adrian Belew, dal poliedrico bassista Trey Gunn, al batterista Pat Mastelotto.

Da quest'ennesima reincarnazione della band (ribattezzata profeticamente come "King Crimson VI", in realtà già attiva dal 1999), dunque, ne viene scaturito un album molto variopinto dove il Progressive Rock, autentico marchio di fabbrica di Fripp, lascia spazio a furiosi attacchi di Heavy Metal, elettronica e, persino, musica Ambient, come vedremo in seguito.

Si parte con il breve pezzo vocale "The Power To Believe I: A Cappella" che fa da apripista alla potentissima "Level Five" che fa andare letteralmente su di giri il "motore crimsoniano" con apice rappresentato dalla bella battaglia a colpi di riff e assoli taglienti tra Belew e Fripp senz'esclusione di colpi alcuna. Ma i giri del motore calano di colpo con l'immaginifica ballata "Eyes Wide Open" condotta da un arrangiamento elettronico che la porta ad esplorare mondi piuttosto vicini alla musica Ambient per poi risalire di prepotenza con la strumentale "Elektrik" che sale decisamente in cattedra per un irresistibile crescendo grazie alle solite due belle chitarre di Belew e Fripp.

Dopo l'ennesimo intermezzo strumentale di "Facts Of Life: Intro", la ferocia dell'ensamble non conosce sosta alcuna con l'aggressiva "Facts Of Life" che mette decisamente in mostra per l'ennesima volta le formidabili doti compositive di Fripp e soci. "The Power To Believe II" è, invece, l'ennesimo brano strumentale nel quale si intrecciano sonorità elettroniche da Ambient, percussioni e richiami vagamente tribali con la chitarra che qui assume tonalità molto simili a quelle di un qualsiasi violino elettrico (si ascolti quel capolavoro di "Larks' Tongues In Aspic" per capire il tutto).
Altro brano strumentale che arriva a stretto giro di posta è "Dangerous Curves" che esordisce con un attacco di mellotron iniziale cui fa seguito un crescendo di sintizzatori quasi in modalità Disco Music e di percussioni sempre più incisive e potenti quasi a voler stordire l'ascoltatore.
Si torna poi al Rock pulsante della furente "Happy With That You Have To Be Happy With" contraddistinta da una base ritmica possente e da un assolo di chitarra a marchio Fripp veloce ma tagliente quanto basta dal rendere questo brano uno dei migliori del "platter" cosidetto.

Le due code strumentali di "The Power To Believe III" e "The Power To Believe IV: Coda" chiudono in sostanza un lavoro che, come nella miglior tradizione dei Re Cremisi, a primo impatto può non risultare di semplice fruibilità, ma che con il passare degli ascolti cresce vistosamente, al punto da poter esser considerato, senza grossi timorti di smentita, uno dei migliori album Rock dei primissimi anni Duemila, anche a riprova del famosissimo detto "gallina vecchia fa buon brodo"!

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