Purtroppo questa sarà l'ultima recensione che scrivo a proposito della musica dei Blutharsch. Ho appena appreso che Albin Julius è deceduto improvvisamente. Questa collaborazione fra i suoi Der Blutharsch And The Infinite Church Of The Leading Hand e Thomas Jefferson Cowgill (in arte King Dude), artista dark-folk carismatico e dalla forte personalità proveniente da Seattle è il suo testamento spirituale.
L’evoluzione del suono dei Blutharsch, all’insegna di una psichedelia liquida con influenze Krautrock, si era ormai allontanta da tempo da qualsiasi riferimento all’immaginario neo-folk quindi ho trovato sorprendente che avesse deciso di fare un disco con King Dude. Tuttavia King Dude ha anche un passato in ambito black-metal in quanto è stato membro dei Book Of Black Heart. Rifugge (e devo dire per fortuna) da riferimenti politici nei confronti della sua musica pur avendo suonato con i Death In June (vecchia conoscenza anche dei Blutharsch).
Il disco, intitolato Black Rider On The Storm, rappresenta una sorta di concept che narra le vicende di un un veterano della guerra civile e del suo viaggio al termine della notte alla ricerca dei responsabili dell’uccisione dei suoi familiari. Musicalmente la prima impressione è quella di essere di fronte ad un disco di King Dude, cupo e malato come di consueto, dove i Blutharsch si limitano a fornire il loro contributo con le chitarre stoner in evidenza. L’album è in ogni caso stupendo con King Dude (nelle consuete vesti di un Johnny Cash in nero) che evoca in maniera efficace il lato oscuro dell’America. Il trittico iniziale, composto dalla crepuscolare “Hell’s Canyon”, dalla title-trak, un’avvincente ballata western, e dalla concitata “All I See You” appartiene inequivocabilmente all’universo ”Luciferiano” di King Dude. Ma in altri passaggi si avverte invece la mano del gruppo di Albin Julius come nelle tracce strumentali “The Drifter And The Dog”, “Strange Visions” e “Going To The Sun” dove affiorano memorie Krautrock. “Spiritual Vampire” rappresenta un altro dei vertici dell’album con il suo incedere concitato. In “Bury The Knife” riecco King Dude con il suo tipico e inconfondibile stile mentre “Dead Man” (in cui il musicista americano duetta alla voce con Marthynna) le atmosfere diventano particolarmente macabre, quasi da gotico americano.
Nel complesso in Black Rider On The Storm l’alchimia sonora fra King Dude e i Blutharsch funziona e il risultato finale, potente ed oscuro, lascia il segno. R.I.P. Albin Julius
Disponibile su Bandcamp al seguente link: https://derblutharsch.bandcamp.com/album/king-dude-dbaticotlh-black-rider-on-the-storm.
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