Questo disco è uscito da un mese circa e non se lo fila nessuno... e chi se ne frega, è l'ennesimo capolavoro dei due pseudo Simon & Garfunkel versione 2.0 di Bergen, ma che non si sappia in giro, perchè, si sa, con due chitarrine mosce, come queste, due schiaffette qua e là, un accenno di viola giusto per, uno scampolo di contrabbasso e due tasti di piano non è che si faccia poi tanto rumore, no!?
D'altronde lo decretarono loro, nel 2001: QUIET IS THE NEW LOUD, ed eccoci qua, con questo inaspettato terzo cazzutissimo disco, dove i presupposti per rompersi le palle sono notevoli, in quanto non c'è una batteria o un tamburello neanche a barattarlo con Remi, e nemmeno un'ospitata illustre, chessò un cazzo di Troll arrabbiatissimo, un urlo di Munch, niente... con questa crisi poi...
Ok, il mondo è una merda, ma basta ascoltare il primo brano "24-25" per cadere immediatamente in un limbo emotivo a metà strada tra la nostalgia e la consolazione, tra il desiderio di libertà e la solitudine, e via così attraverso episodi un pelino più vivaci ("Mrs. Cold", "Me In You", bellissima), una specie di bossa ("Freedom And Its Owner") fino all'ultima maledetta traccia (bello l'effetto creato sulle corde su "Scars On Land") per poi capire che di dischi così non ne avremo mai abbastanza.
Le perfette armonie vocali di questi due disgraziati sono un maledetto balsamo per lo spirito e la mente e i loro dischi l'assoluta dimostrazione che, concentrandosi sulle proprie idee, col minimo necessario si possono ottenere risultati notevoli senza mai tradire se stessi.
E non è poco. Secondo me.
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