Prima di recensire questo album va fatta una premessa d'obbligo: i Kings of Leon sono reduci dal successo clamoroso del precedente album Only By the Night che se da un lato li ha catapultati in pompa magna nel panorama mainstream con tanto di Grammys, tour in grande stile e continui passaggi radiofonici di "Sex on Fire" e "Use Somebody", dall'altro ha fatto storcere il naso ai fan della prima ora e ai cosidetti "Hipsters" che avevano apprezzato i primi due ottimi album, soprattutto Youth and Young Manhood tutt'altro che commerciali.
Questo nuovo capitolo Come Around Sundown costituisce un tentativo mal riuscito di tornare alle loro radici, un disco in gran parte noioso che non decolla e richiede almeno tre ascolti per apprezzarlo un minimo.
Il disco non possiede la verve e l'energia tagliente dei precedenti primi due capitoli, ne i singoli accattivanti alla "Sex on Fire"
Disco da sconsigliare a chi si è appena avvicinato alla band del Tennessee, appena apprezzabile per chi è fan ed è disposto a perderci più tempo.
Per fare un parallelo è come Be Here Now degli Oasis, un disco poco ispirato, overprodotto (si dice in italiano?) che non ha neppure singoli accattivanti.
Le uniche due tracce che ho apprezzato e che ho ascoltato più volte sono "Radioactive" e "the End" (no non è quella dei Doors) e "the Face", "Beach Side" è un discreto pezzo senza infamia e senza lode per il resto poca roba.
Disco tutto sommato deludente
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