Uno sferzante e coinvolgente rock'n'roll.
Questo in sostanza è il contenuto del debut-album dei Kings Of Leon, band formata da tre fratelli e un cugino che rispondono al nome di Jared, Caleb, Nathan e Matthew Followill.
Tutto fa pensare che il loro sound e il loro modo di apparire derivi direttamente dagli anni '70. Innanzitutto il loro look, che è decisamente '70s. Pantaloni a "zampa", barba e capelli lunghi. Tutto rimanda a quel periodo.
Ma sarebbe ridicolo restringere gli anni '70 a queste simboliche caratteristiche. Infatti in quel periodo c'è stata anche tanta buona musica. E di questo sono protagonisti i Kings Of Leon. Ovvero di tanta buona musica.

Tra le prime tracce ("Red Morning Light", "Happy Alone" e "Wasted Time" su tutte) si nota come il semplice, puro e diretto rock'n'roll sia ciò che la band aveva voglia di realizzare, riuscendovi in pieno, anche con buoni risultati. Ogni tanto sono presenti anche piccoli virtuosismi chitarristici, dai quali si nota la decisa ispirazione ai più grandi "guitar heroes" di quel periodo.
Già in "Trani" si nota come anche il blues (di tipica impronta Doors-Creedence) rientri tra le principali ispirazioni della band. Rock-blues allo stato puro che la band riesce a realizzare con decisa disinvoltura, raggiungendo il top in "Molly's Chambers" e in "Dusty". Qui sezioni di chitarre e basso si completano a vicenda, conferendo al disco un sound blues veramente d'impatto.

Per una band che sembra uscita direttamente dal film "Almost Famous" un disco d'esordio che fa ben sperare per il futuro. Rock'n'roll semplice e diretto ma mai grezzo, scontato, né - tantomeno - impegnativo. Il tutto intriso di un buon blues che li ha inseriti decisamente tra le migliori band esordienti del 2003.

"You want it
She's got it
Molly's Chambers gonna change your mind"

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