"...Welcome to the mirrorland where we all
understand the time is now and around is just
memories and premises...".

Davvero poco mi ha saputo emozionare come Trilogy.

Premessa regga. State attenti alla Bock saga. Religione? Andiamoci piano. Culto. (E qui prevenitevi atei e agnistici di ogni Dove, avete trovato pane per i vostri denti). Insomma. Qual è il significato etico per Ior Bock? Semplice. La conoscenza, il senso stesso della vita, non è altro che una trasmissione semiotica di gesti, emozioni e suoni, ed è l'avvento della burocrazia a snaturare l'uomo del suo Es, del suo fare crativo. E' antonimìa, fugacia al suo poter essere in simbiosi con il mondo.

Trilogy parla di questa concezione esistenziale in modo diretto e senza troppe mediazioni subliminali... E' una chiave di lettura narrata da un animo fragile e controverso, quello di Petri Walli (guitar and vocals), anima profetica e cantastorie di sussurri dionisiaci, alchimista maximo (ma tutta la gente che sta inscritta sul retro copertina espone davvero L'immenso!) dell'orchestra della perdizione.

I nostri fanno vivere questo concept mistico nel suo espediente più congeniale. E' una congerie di trance che abbatte via via tutte le barriere cosmiche e schematiche del genere. Innova perchè vive solo strutturalmente la venatura rock, ora tenta dei erigersi via via fra le sponde più meste e emotivamente toccanti di questo "panteismo galattico" - "Alt Land Is" -  ora è un karma estremamente psichedelico - "Welcome To The Mirroland" - ora è un testamento sulle generazioni universali- ("For All Mankind").

Il concept, volendo, degenera le risonanze di "The wall", di cui è senz'altro il migliore epigone all'epoca, e anche oggi. Sono riverberi che, complice l'alchimia ipnotica di didgeridoo e scacciapensieri, sanno di un mantra dilatato, assuefano.

E allora ‘chè fate li impalati? Fate un giro in Scandinavia.

Lasciate i dragoni, i castelli, e le B.C. Rich alle orde del mainstream, incalanatevi in questa nicchietta ascetica. Abbeveratevi alla sua fonte...          

R.I.P. Petri.

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