Tra il 1918 e il 1920 una epidemia di influenza, soprannominata 'spagnola', si diffuse in tutto il mondo e nel giro di due anni uccise tra i 50 e le 100 milioni di persone. L'influenza fu senza dubbio la più grande pandemia della storia umana e in alcune comunità raggiunse persino un tasso di mortalità pari al 70%. A essere colpiti furono soprattutto giovani tra i 18 e i 30. Secondo una teoria, cito quelle che sono fonti generiche non avendo io nella specie nessuna competenza in questo campo, questo sarebbe dovuto al fatto che questa generazione in particolare non fosse 'coperta' da determinati anticorpi sviluppatisi su altri soggetti più anziani in precedenza con lo sviluppo di un'altra pandemia alla fine del secolo 1800 denominata 'influenza russa'. Si ritiene che in ogni caso molto spesso le morti non furono causate direttamente dalla influenza ma da infezioni polmonari secondarie, di origine batteriche e che allora non poterono essere curate data l'assenza di antibiotici.

Solo nel 1997 con il diffondersi della malattia infettiva in tutto il mondo, fu definitivamente dimostrato che il virus noto come 'influenza aviaria' può essere trasmesso agli umani. Il virus influenzale che colpisce diverse specie di uccelli selvatici e domestici. Non abbiamo dati precisi relativamente quelle che sono state le vittime, ma si ritiene che - sebbene questo costituì un vero e proprio 'allarme' nel 1997 - da quell'anno ad oggi in Italia vi siano stati ben sei casi di epidemie.

Altre variabili della stessa ratio, cioè determinate da casistiche simili e che riguardino come nel caso precedente l'interazione tra l'uomo e la natura, quindi anche questioni di natura 'alimentare', sono la cosiddetta 'mucca pazza' e la 'febbre suina' che nel 2009 in Italia fece 229 vittime, un numero elevato ma comunque molto basso in percentuale (0,005%) rispetto al numero dei casi (stimato un numero superiore ai quattro milioni).

La SARS ('Severe acute respiratory syndrome') è stata tuttavia la più letale tra le epidemie del post-guerra e quella che più tra tutte ha richiamato l'incubo dell'influenza spagnola. Siamo nel 2002 quando questa forma atipica di polmonite appare per la prima volta nella provincia del Guangdong, Canton, Cina. L'epidemia si diffuse in varie parti del mondo e anche in Italia, dove tra le vittime vi fu anche il virologo Carlo Urbani che aveva scoperto il virus, da cui era stato contagiato alcuni mesi prima. Il bilancio totale riguardò alla fine solo il Sud-Est asiatico e il Canada con 8mila casi di contagio e 880 morti.

Questo qui è un film che ha una storia importante e che propone il tema della diffusione di una pandemia mortale in una maniera convincente per quello che è il dispiegarsi della trama e per questa ragione è forse uno degli ultimi film di ambientazione post-apocalittica usciti fuori nell'epoca della Guerra Fredda e nella quale questo tipo di scenari sembravano potere veramente da un momento all'altro diventare qualche cosa di concreto e un pericolo reale che causa la divisione del mondo in due parti, la corsa agli armamenti, avrebbe portato l'uomo all'autodistruzione.

Siamo nel 1980 quando il produttore cinematografico Haruki Kudokawa, ancora oggi uno dei big nel settore nel suo paese, decide di rilanciare il cinema giapponese con questo film di fantascienza che all'epoca fu il film più costoso mai distribuito nella storia del cinema nipponico.

'Ultimo rifugio: Antartide' oppure 'Fukkatsu no hi' (letteralmente: 'Il giorno della resurrezione') viene scritto e diretto da Kinji Fukasaku, regista celebre per essere il co-direttore di 'Tora! Tora! Tora!' con l'americano Richard Fleischer e uno dei tanti punti di riferimento di Quentin Tarantino. I più giovani probabilmente lo conosceranno per il thriller fantascientifico 'Battle Royale' aka 'Batoru Rowaiauru' del 2000, film tanto discusso quanto diventato vero e proprio oggetto di culto in Giappone come nel resto del mondo.

'Fukkatsu no hi' vanta un cast importante con attori del cinema statunitense di primo piano come Glenn Gord, Robert Vaughn, Henry Silva e l'ex stella del baseball Chuck Connors, oltre una vecchia volpe come George Kennedy. Oltre la presenza di attori giapponesi tra cui si distingue in maniera particolare Masao Kusakari, nel ruolo del Dottor Shuzo Yoshizumi che si può probabilmente considerare come l'attore protagonista di una storia che del resto prevede quello che si può considerare prevalentemente come una pluralità di attori principali, data anche la molteplicità delle vicende raccontate.

Il film è basato su un romanzo del 1964 di Sayo Komatsu, pseudonimo di Minoru Komatsu e autore fantascientifico giapponese contemporaneo deceduto nel luglio del 2011, e si divide sostanzialmente in tre parti. Nella prima vengono narrati gli antefatti e come il virus si diffonde in maniera virale e incontrollata in tutto il mondo; nella seconda viene raccontato come i pochi sopravvissuti, in Antartide, cercano di organizzare una nuova società e porre le basi per un 'nuovo mondo'; nella terza la spedizione del capitano dei servizi segreti americani McCloud e del dottor Yoshizumi a Washington per fermare quella che potrebbe essere una nuova apocalisse nucleare e la cui conseguenza distruggerebbe anche la Palmer Station in Antartide.

La storia comincia in Germania Est nel 1982, quando il Dottor Krause consegna nelle mani di gruppo di agenti segreti americani una fiala contenente un virus denominato MM88, creato in maniera accidentale e definito dallo stesso dottore come il 'Frankenstein della medicina' perché praticamente in grado di potenziare la virulenza di qualsiasi altro virus o batterio con cui entra in contatto.

Sfuggiti a uno scontro a fuoco contro i servizi segreti della Germania Est, gli americani fuggono in aereo ma questo ha un incidente sulle Alpi e precipita liberando il contenuto della fiala contenente il virus MM88. In breve una spaventosa pandemia definita come 'influenza italica' (dato che i primi casi vengono registrati effettivamente in Italia, ci sono alcune scene girate nella città di Milano) si diffonde nel mondo intero.

In molti paesi di tutto il mondo viene dichiarato lo stato d'emergenza e emanata la legge marziale e il film si focalizza in particolare sugli Stati Uniti d'America, dove il presidente Richardson (Glenn Ford) scopre quanto accaduto a causa della responsabilità dei servizi segreti americani e unitamente al Senatore Barkley (Robert Vaughn) cerca di trovare una soluzione a quella che è una situazione disperata. Il presidente si adopera per fare del suo meglio, contrastato in maniera violenta e aggressiva dai vertici delle istituzioni militari che vorrebbero sbarrare i confini e lanciare un attacco nucleare contro i 'nemici', finché in una situazione di totale disastro e irreparabile una sua intuizione, suggeritagli proprio dal Senatore Barkley in punto di morte, lo spinge a contattare le basi dell'Antartide, dove vivono 863 persone (855 uomini e 8 donne) e cui riferisce che sono loro gli ultimi rappresentanti della razza umana, poiché solo a quelle rigide temperature, stabilmente sotto lo zero, il virus non può in nessuna maniera diffondersi.

Si forma così un 'Consiglio Federale dell'Antartide' dove ciascuno cercherà di vincere le proprie resistenze e ostilità nei confronti degli altri sopravvissuti e dove vengono studiate le diverse problematiche da affrontare tra cui quella della sopravvivenza e anche della ripopolazione del pianeta.

Ma a quanto pare al di là della diffusione del virus, la partita tra le diverse potenze mondiali e in particolare Stati Uniti e URSS prosegue anche dopo la fine del mondo così come questo era conosciuto e il rischio di un terremoto sulla costa orientale degli Stati Uniti potrebbe essere la causa di un processo automatizzato che porterebbe a uno 'scambio' di missili tra l'arsenale nucleare americano e quello russo e con uno dei missili dei sovietici programmato nel caso proprio per colpire la Palmer Station in Antartide, ritenuta erroneamente una base militare.

Il capitano McCloud dei servizi segreti americani e lo scienziato giapponese Yoshizmi si imbarcano così sul sottomarino Nereide dell'Ammiraglio britannico Conway in direzione Washington per evitare che avvenga l'irreparabile in una sequela di eventi avventurosi in una capitale degli Stati Uniti d'America oramai deserta e all'interno di una White House spettrale e popolata solo da fantasmi.

'Fukkatsu no hi' è un film dai contenuti sicuramente apocalittici. Il tema della diffusione della pandemia mortale viene proposto in un contesto storico particolare e dove il mondo era ancora diviso in due parti e la collaborazione tra le diverse nazioni una vera e propria 'utopia' rispetto a quella che è la realtà contemporanea, dove se siamo comunque lontani da quella che può essere una comunità internazionale consapevole, sono stati sicuramente fatti rilevanti passi in avanti (la gestione tutto sommato contenuta delle epidemie che ho menzionato all'inizio della recensione possiamo considerarla come un segnale positivo in questo senso).

È un film dove tutte le cose alla fine sembrerebbero portare a una distruzione definitiva del genere umano, ma dove tuttavia alla fine e nell'introduzione al film, particolarmente evocativa e che ricorda certe fascinazioni allucinate degne di Alejandro Jodorowsky, il regista lascia aperto uno spiraglio a una 'resurrezione' e agli uomini ancora la possibilità di avere 'quel po' di tempo' necessario per continuare a fare la storia e magari senza ripetere i grandi errori commessi nel passato.

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